L’occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.
di Azzurra Immediato
Franco Marrocco non abbisogna di presentazioni e, inoltre, le sue opere raccontano in maniera essenziale e raffinata lo sguardo di chi, invero, da taluni clamori ha scelto e preferito farsi da parte per ricercare la valenza più essenziale di quel che il linguaggio – mutevole ma universale esperanto – dell’arte permette di costruire, immaginificamente. La sua lingua pittorica od extra tale fa ritorno nella natia Campania, dal prossimo 17 ottobre, in occasione della personale al Museo Arcos di Benevento, titolata Le Stanze di Iside, curata da Massimo Bignardi e Ferdinando Creta.
La ricerca di Marrocco entra appieno nell’indagine portata avanti da Arcos sotto la direzione Creta, una sorta di epitome della scena artistica campana che, tuttavia, ha saputo confrontarsi, in maniera diretta, con l’altra da sé, inscenando dialoghi forieri di energie sottese, seppur di atavica memoria ma aperte all’osservazione del presente, certamente diverso e, come tale, latore di elementi ancora ignoti. Sin da titolo della mostra sannita, Le Stanze di Iside, il legame instauratosi con le radici dei luoghi abitati dalle opere – alcune site specific – si svela e, come asserisce Massimo Bignardi “Marrocco in questi ultimi anni, come evidenziano le opere realizzate appositamente per gli spazi di ARCOS, riflette come offrire allo sguardo una molteplicità di piani e quindi di spazi, ricorrendo all’illusione dettata dalla velatura, dal cristallino sovrapporsi di strati di pittura trasparente” cui fa eco Ferdinando Creta quando afferma che “la mostra di Franco Marrocco propone un interessante spaccato di opere, in parte appositamente realizzato per questa occasione, di uno degli artisti italiani oggi maggiormente impegnato in prima fila, nel dibattito dedicato alla pittura e ai suoi processi di rinnovamento. Una mostra ariosa, di grandi dipinti ma che conservano il rigore di atmosfere sospese, di silenzi, di lunghe pause di riflessione.”
La riflessione è plurima ed è offerta, in primis, dal colloquio tra il pubblico e gli spazi del Museo Arcos, ove si staglia la figura di Iside; Massimo Bignardi ricorda, infatti, che la mostra di Franco Marrocco “prende spunto dalla grande sala dedicata ad Iside, con reperti significativi – ricordo che è l’unica in Italia ad avere nella sua collezione reperti originali provenienti direttamente dall’Egitto, patrimonio del tempio dedicato ad Iside fatto erigere a Benevento da Domiziano. Marrocco ha tracciato una sorta di linea di continuità con tale sala: ha posto gli elementi, la natura, l’acqua, lo spirito come essenza della sua visione pittorica e, al tempo stesso, il richiamo alla fertilità dei ‘meticciamenti’ culturali.”
In tale sincopata conversazione, in cui tempo e spazio assumono ruoli peculiari, le opere dell’artista, da Saronno a Benevento, assumono un ruolo di catarsi a ritroso, animandosi di dettagli che, come dimostra la serie ‘L’eco del bosco’, delineano i contorni di un immaginario concettuale e filosofico in grado di tradursi in materia; I lavori afferenti al ciclo in questione, abitando le sale dedicate alla storia del culto di Iside nell’antica Benevento, gemmano una commistione dalla forza inenarrabile, dettata anche dalla volontà dell’artista di operare su grandi formati e di originare dimensioni ed universi inusitati, sorprendentemente latori di un inesprimibile pathos.
Afflato che emerge sulle superfici facendo a meno di esplosioni cromatiche e chiassose forme, bensì segnando la costruzione dei già citati universi con la pacatezza di una riflessione intima e silente, dinanzi alla quale soffermarsi con generosità del proprio tempo. La grammatica di Marrocco si compone di elementi corali, pittorici e scultorei, di tasselli che combaciano per farsi narrazione visiva e tangibile del dipanarsi maieutico, sino a divenire parte stessa dello spazio mondano. Le Stanze di Iside presuppongono il desiderio dell’artista di proporre una poetica relazione tra mondi lontani ma che, in fondo, constano di una lirica armonia, un equilibrio spesso invisibile ai più, territorio intellettivo in cui l’essenza si scopre con lo stesso ritmo del respiro della Storia.
La mostra, con opening sabato 17 ottobre alle ore 11, sarà aperta al pubblico sino al 13 dicembre 2020 e rappresenta il desiderio del Museo Arcos di continuare la ricostruzione di quella trama che pone Benevento al centro di una tessitura più ampia attraverso importanti ricerche artistiche. In tal modo, senza dubbio, Arcos porta avanti la volontà del direttore Creta, offrendo al pubblico una fuga dalla realtà e la speranza di un entroterra da salvare tramite una svolta culturale.
Le Stanze di Iside
A cura di Massimo Bignardi e Ferdinando Creta
Opening 17 ottobre, ore 11.00
Aperta al pubblico fino al 13 dicembre, dal martedì alla domenica, 9.00-13.00 / 15.00-18.30
Museo Arcos, Corso Garibaldi 1, Benevento