Nel corso del passaggio dell’Assemblea della Piccola Industria di Confindustria Caserta, svoltasi presso il Grand Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista, con la nomina di Massimiliano Santoli alla guida del Comitato, il presidente uscente Giovanni Bo ha tracciato il bilancio del lavoro svolto, indicando le priorità emerse per il rilancio di Terra di Lavoro, in una delicata fase di trasformazione ed evoluzione del sistema produttivo.
“La Piccola Impresa, che rappresenta oltre il 90% della componente industriale e circa il 50% della forza lavoro – sottolinea Giovanni Bo – costituisce una componente determinante in una prospettiva di nuovi scenari e nuove sfide, che l’economia e la società ci chiedono soprattutto in questo momento di incertezza dei mercato interni e internazionali, in cui il paradigma è la flessibilità, la capacità continua di adattarsi al cambiamento”.
La prima sfida, quella dell’innovazione, gli imprenditori la stanno già affrontando da tempo: “La digitalizzazione, la modernizzazione di prodotto e dei processi produttivi – continua Bo – è una necessità che va percorsa per ottimizzare tempi e risorse. Ma sarebbe una sfida vana se non allineata anche con la modernizzazione sociale, che in quest’ambito significa soprattutto formazione: le macchine non possono sostituire gli uomini, la loro creatività e capacità di gestione dei processi. Vanno, piuttosto, realizzate nuove competenze, rispondendo, sin dal mondo della scuola e poi con l’Università, alle esigenze di un sistema in costante cambiamento”.
L’innovazione deve però essere declinata anche in termini sociali, di benessere e positive ricadute sul territorio. E in tal senso Bo ricorda l’appello alla solidarietà che il Santo Padre ha rivolto agli imprenditori, incontrando la delegazione di Confindustria Caserta, affinché ognuno faccia la sua parte perché nessuno venga lasciato indietro.
Il presidente uscente di Piccola Industria Caserta analizza le prospettive di sviluppo per Terra di Lavoro nell’ambito del turismo sostenibile: “ci aspettiamo dalle istituzioni – aggiunge Bo – il giusto scatto scatto d’orgoglio per veder rinascere, sulla base di un masterplan condiviso, il litorale Domizio, un’area costiera di grande valore paesaggistico e storico, che rappresenta una straordinaria opportunità per il rilancio dell’intera provincia”.
Tutte queste prospettive in qualche modo sono state condizionate dalla pandemia, evento imprevisto, che però non ha trovato impreparati gli imprenditori casertani: “nel mio ruolo – dice Bo – ho sollecitato un accordo per lo sviluppo, realmente trasversale, che veda in rapporto sinergico imprese e professionisti. Ho suggerito la possibilità di poter sbloccare risorse, in una fase in cui il fermo delle attività produttive consentiva l’operatività solo di alcuni settori, per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza di scuole, edifici ed opere pubbliche. Se le imprese casertane, soprattutto quelle piccole e flessibili, hanno saputo resistere alla tempesta Covid perché hanno buone radici, come gli alberi che si piegano ma non si abbattono durante gli uragani, saremo chiamati ad un impegno ancora più importante quando, a fine 2020, scadranno gli incentivi straordinari, gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti: sarà allora che dovremo difendere il bene supremo che da dignità all’uomo e il nome alla nostra Terra: il lavoro. Il nostro ma soprattutto quello dei nostri collaboratori”.
E su questo punto il presidente uscente della Piccola Industria ricorda, ancora una volta, il forte richiamo di Papa Francesco, che ha chiesto agli imprenditori una forte coesione ed un’assunzione di responsabilità del mondo politico: “solo il lavoro rappresenta la forte e concreta risposta alla crisi della pandemia e dai disagi di tante famiglie. Ecco, da questo punto di vista – conclude Giovanni Bo – dobbiamo essere capaci di stimolare, con il nostro esempio, una classe dirigente veramente al servizio della comunità. Una classe dirigente solidale, in grado non solo di interpretare i bisogni del territorio, ma soprattutto di programmare la governance del cambiamento, gestendone i processi”.