Grazie al documentario di Ceparano, ha un volto il “desaparecidos” di Nola

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di Annamaria Autiero

Dopo oltre 75 anni dai tragici eventi che seguirono l’armistizio, ha finalmente un volto Giuseppe De Luca, una delle più giovani vittime dell’eccidio di Nola del settembre 1943. La scoperta di deve al documentario sulla strage nazista, intitolato appunto ‘L’Eccidio di Nola’, diretto da Felice Ceparano, con la partecipazione di Paolo Mieli, prodotto dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri.

Il documentario, vincitore, tra l’altro, di CortoDino 2019 (Premio Internazionale del Cortometraggio Dino de Laurentiis, realizzato in collaborazione con Extra Moenia e ANMIG, ripercorre i momenti tragici della prima rappresaglia nazista in Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Tra il 10 e l’11 settembre 1943, in seguito alla uccisione di un soldato tedesco, furono trucidati 11 ufficiali italiani, un soldato semplice e Giuseppe De Luca, giovanissimo studente nolano.

Il ragazzo rimane dimenticato per oltre 75 anni, non è stato possibile nemmeno dargli un volto: non è citato nei libri, mai ricordato nelle cerimonie ufficiali, nemmeno una lapide con il suo nome. “Durante la lavorazione del documentario – racconta il regista Felice Ceparano – riusciamo a raccogliere una testimonianza sulla tragedia che aveva colpito la famiglia del giovane, individuando alcuni documenti che confermano la sua morte nei tafferugli del 10 settembre, proprio alla vigilia dell’eccidio del giorno successivo”.

Inutili i vari tentativi effettuati per trovare ulteriori informazioni sul giovane nolano fino a quando, attraverso le telecamere di ‘Chi l’ha visto’, Ceparano lancia l’appello per avere altre notizie, qualche foto e notizie sulla sua sepoltura.

“Recentemente – prosegue il regista – il nipote della giovane vittima, Sandro De Luca, figlio del fratello Luigi, conferma tutta la storia. Non solo: ci fornisce anche una foto del povero Giuseppe, conservata gelosamente dai familiari, così per la prima volta viene resa pubblica l’immagine del giovane ucciso e dimenticato. Grazie all’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma si è finalmente interrotto l’oblio che ha avvolto il giovane per tanti anni”.

Il lavoro di Ceparano si muove nella direzione di un processo di ricostruzione della memoria storica oltre che in una ottica di riconciliazione fra i paesi protagonisti del II conflitto mondiale. Una memoria che tesse le sottili trame che interconnettono i grandi eventi di quegli anni cruciali con le tante ‘piccole storie’ della gente comune’, come ha affermato Aldo Masullo, altro testimone dell’Eccidio nolano: “La Storia, quella che si scrive con la “S” maiuscola e in cui protagonisti sono i popoli, gli eserciti, le masse e i pochi che manovrano eserciti e masse – ha detto il filosofo recentemente scomparso -, copre e nasconde innumerevoli storie che si scrivono con la “s” minuscola, come nel caso dei morti di Nola, tutte vite miseramente travolte…”.

“L’Eccidio di Nola” ha l’ambizione di ricordare per costruire i presupposti di un autentico dialogo di pace e comprensione soprattutto tra le giovani generazioni e di riannodare i fili di un sentimento di fratellanza tra i popoli tedesco e italiano. Annette Walter, capo dell’Ufficio culturale presso l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, ha sostenuto il progetto attraverso il Fondo Italo-tedesco per il Futuro. Le presentazioni, a Roma presso la Camera dei Deputati, e a Nola, sono avvenute davanti alle rappresentanze di scuole nolane, bambini e adolescenti che, con entusiasmo, hanno riscoperto una pagina della storia delle proprie radici.