Mostre, Gemito apre l’era post lockdown a Capodimonte: protagonista la Coppaflora donata da 5 imprese napoletane

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“La mostra su Gemito è prima di tutto un segno per cancellare i mesi del covid, è la prima mostra che si apre dopo questi mesi difficili per tornare alla vita e lo facciamo con una mostra su un artista che ha un grande legame con Napoli, un artista che ha avuto una vita tragica e splendida, valori che Napoli sente”. Cosi’ Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, presenta la mostra “Gemito dalla scultura al disegno” che si inaugura oggi pomeriggio al Museo di Capodimonte dove restera’ fino al 15 novembre. La mostra e’ un progetto di Sylvain Bellenger, e di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi, dove si e’ svolta la prima esposizione dedicata a Gemito “Le sculpteur de l’ame napolitaine” fino a gennaio scorso: l’enorme successo riscosso a Parigi, ha restituito alla sua legittima fama internazionale il grande artista di fine dell’Ottocento e alla sua incomparabile abilità nel captare le anime, una delle maggiori sfide del ritratto. L’esposizione di Napoli, nella citta’ natale dell’artista, a cura di Jean-Loup Champion, Maria Tamajo Contarini e Carmine Romano, si concentrera’ piu’ sui due grandi amori della sua vita che sono stati anche le sue muse: la francese Mathilde Duffaud e la napoletana Anna Cutolo.
Protagonista sarà la “Coppaflora” che entra a far parte delle collezioni di Capodimonte grazie ad un importante atto di mecenatismo di cinque imprese napoletane: Epm, G&G, Graded, Gruppo Industriale Tecno e Protom.
“Gemito, poco noto in Francia – afferma Bellenger – a Napoli assume le dimensioni di un mito, di una grande figura della leggenda, non nera e ossessiva come quella di Caravaggio, ma tenera, a cui i napoletani si sono affezionati. Un sentimento che nasce dall’ammirazione e dall’indulgenza verso il figliol prodigo, il ragazzo di strada. Gemito fu uno scugnizzo. Con la mostra al Petit Palais, Gemito non ha cambiato volto, ma la sua figura è cresciuta, la sua “nicchia” di scultore pittoresco e realista si è allargata, a beneficio non solo di una migliore comprensione della sua strategia artistica ma anche di una leggenda che, uscita dalle sue frontiere, ha spezzato il suo isolamento e ha assunto una forma più universale: quella dell’artista maledetto”.
“Dalla nascita dell’Advisory Board- dichiarano Bellenger e il presidente dell’Advisory Board del Museo Giovanni Lombardi– abbiamo messo in campo un’articolata strategia per avvicinare sempre di più il Museo alle imprese e per creare un circolo virtuoso di mecenatismo che fa bene al Museo e alle stesse aziende.Lo abbiamo fatto con tante attività come l’adozione e il restauro di alcune importanti opere del Museo che grazie al Progetto Rivelazioni di Borsa Italiana sono anche state in mostra a Milano a Palazzo Mezzanotte, grazie al costante supporto di importanti imprese al Museo e oggi con questo importante acquisto”
“Già con il progetto Rivelazioni due anni fa, assieme alle imprese del programma Elite di Borsa Italiana, avevamo dato avvio a un “mecenatismo diffuso” fra aziende ed enti pubblici – aggiunge Vito Grassi, ad di Graded e vicepresidente nazionale di Confindustria, che in pomeriggio ha visitato la mostra assieme al fratello Federico e la Coo dell’azienda Ludovica Landi -. Un approccio innovativo che vede la cultura come ricchezza collettiva e patrimonio comune da valorizzare attraverso sinergie e interventi di coproduzione e co-progettazione fra privato, pubblico, fondazioni ed enti culturali, innescando un circolo virtuoso che fa bene ai Musei, alle stesse aziende ma anche all’economia della Regione. Basti pensare che in Italia ci sono circa 5.000 siti culturali tra monumenti e aree archeologiche. I musei sono più di 3.600. Questa inestimabile ricchezza potrebbe produrre effetti per l’economia e per l’occupazione molto superiori a quelli attuali. Gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno pari a 16 volte quello italiano. La Francia e il Regno Unito realizzano tra 4 e 7 volte quanto ricava l’Italia. L’arte, la cultura, possono sviluppare reddito. E’ importante prendersi cura di questo patrimonio. Sia per salvaguardare il bene culturale in sé, sia per valorizzarlo ai fini turistici”.
La mostra e’ suddivisa in nove sezioni in cui le opere sono esposte cronologicamente e associate a quelle di artisti suoi contemporanei. Due sezioni sono dedicate ai due grandi amori della sua vita: la francese Mathilde Duffaud e la napoletana Anna Cutolo, detta ‘Nannina’ da cui avra’ una figlia: Giuseppina. Tra i capolavori in mostra c’e’ il magnifico Medaglione con la testa di Medusa in argento dorato proveniente dal Getty Museum di Los Angeles, il famoso Giocatore e l’altrettanto celebre Pescatore Napoletano. E, ancora il Fiociniere, la Testa di fanciulla, il Malatiello, il Pescatorello, l’Acquaiolo, il Pastore degli Abruzzi, il busto della moglie Anna e quello di Giuseppe Verdi. Ci sono poi i disegni, tra cui La Zingara. In mostra anche la celebre Coppaflora. La maggior parte delle opere sono in collezione al Museo e Real Bosco di Capodimonte, ma molte provengono dalla Collezione Intesa Sanpaolo-Gallerie d’Italia Palazzo Zevallos Stigliano, dal Polo Museale della Campania, dal MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dalle Gallerie dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dal Museo d’Orsay di Parigi, dal Philadelphia Museum of Art e dal Getty Museum di Los Angeles negli Stati Uniti, dalla GAM-Galleria d’Arte Moderna e dalla GNAM-Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e da molte raccolte private.