Dal Consiglio europeo della ricerca (Erc) 677 milioni di euro a 436 ricercatori impegnati in campi di frontiera, dai vaccini al clima all’impatto ambientale delle nanoplastiche fino alla materia oscura nell’universo. Di questi, 20 lavorano in 14 istituzioni italiane. L’ambizioso finanziamento viene dato ai vincitori dell’Erc Starting Grant competition che fa parte del programma di ricerca e innovazione dell’Ue, Horizon 2020. L’obiettivo è consentire ai ricercatori che sono all’inizio della loro carriera di costruire i propri gruppi per poter condurre le loro ricerche pionieristiche. Dei ricercatori vincitori del finanziamento in Italia, cinque lavorano all’Istituto Italiano di Tecnologia, due al Politecnico di Torino, due all’Università di Bologna e gli altri al Politecnico di Milano, Scuola Imt (Istituzioni, Mercati, Tecnologie) Alti Studi di Lucca, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e delle Università di Milano, Federico II di Napoli, Bocconi, di Parma, di Padova, di Torino, di Trento, di Trieste. In generale, i beneficiari hanno 40 nazionalità diverse e condurranno le loro ricerche in 25 paesi in tutta Europa, con Germania (88 finanziamenti), Regno Unito (62), Paesi Bassi (42) e Francia (38) ai primi posti. “Con le sovvenzioni del Consiglio europeo della ricerca, l’Ue sta puntando sul talento e la curiosità di alcuni dei migliori giovani ricercatori in Europa” rileva Mariya Gabriel, Commissario europeo per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù. “Le loro idee – aggiunge – sono destinate ad aprire nuove strade e nuovi modi per affrontare le sfide urgenti nei settori della salute, energia, tecnologie digitali, e in molti altri campi. La nostra ambizione di affrontare efficacemente le crisi attuali e future dipende dalla nostra forte volontà di supportare continuamente e sempre di più la migliore ricerca ai confini della nostra conoscenza”. Per il presidente del Consiglio europeo della ricerca, Jean-Pierre Bourguignon, “l’attuale crisi sanitaria ha dimostrato che, nonostante gli spettacolari progressi della ricerca negli ultimi decenni, rimangono ancora molti misteri scientifici irrisolti, nonché lezioni che devono essere apprese dal passato”. Pertanto, aggiunge “la migliore strategia per affrontarli è consentire ad alcune delle menti più brillanti di perseguire le loro idee più innovative, al fine di creare opportunità per le scoperte. Questo è lo scopo del Consiglio europeo della ricerca. È chiaro che, se l’Europa vuole essere competitiva a livello globale, deve dare ottime prospettive alla prossima generazione di ricercatori come fa con gli Erc Starting Grant e investire molto di più nella ricerca”.
A Napoli si punta a sviluppare un impianto cerebrale interattivo
Microrobot ispirati alle cellule in grado di navigare nel corpo, sinapsi artificiali che parlano con i neuroni per ripristinare le funzioni cerebrali nelle malattie neurodegenerative, uno studio sull’origine della musica nel nostro cervello: sono tre dei cinque 5 progetti innovativi premiati dal Consiglio europeo della ricerca (Erc), che saranno condotti nei prossimi cinque anni all’Iit-Istituto Italiano di Tecnologia da Monica Gori, Giacomo Novembre, Stefano Palagi, Francesca Santoro e Michele Tamagnone. Gori è a capo dell’Unit for Visually Impaired People (U-VIP) dell’Iit a Genova. Il finanziamento le consentirà di sviluppare una nuova area di ricerca che collega sviluppo del bambino, disabilità visiva e riabilitazione, a partire dalla comprensione della rappresentazione spaziale nel cervello dai primi mesi di vita fino all’adolescenza. Novembre è un neuroscienziato cognitivo del Center for Life Nano Science di Iit a Roma e studierà la capacità innata delle persone di comunicare attraverso la musica, guardando in particolare al ruolo che riveste il movimento corporeo. Palagi è ricercatore presso il Center for Micro-BioRobotics dell’Iit a Pontedera (Pisa). Grazie al progetto Erc, potrà realizzare i primi microrobot capaci di navigazione autonoma nei tessuti. Francesca Santoro invece è a capo del Tissue Electronics Lab presso il Center for Advanced Biomaterials for Healthcare dell’Iit a Napoli. Svilupperà un impianto cerebrale interattivo, che potrà essere applicato nel trattamento di disturbi neurodegenerativi come il Parkinson e l’Alzheimer. Michele Tamagnone tornerà in Italia, all’Iit a Genova, dopo nove anni trascorsi all’estero studiando materiali bidimensionali, come il grafene, per applicazioni optoelettroniche (ovvero per dispositivi elettronici che interagiscono con la luce). Grazie allo Starting Grant Erc, Tamagnone esplorerà un nuovo metodo di fabbricazione dei materiali per ottenere strutture con dimensioni molto piccole per creare dispositivi (come modulatori ottici) con prestazioni senza precedenti in termini di velocità e miniaturizzazione.