Il razzo europeo Vega è stato lanciato alle 03:51 di oggi dalla base di Kourou nella Guyana Francese. Progettato e costruito da Avio, Vega ha rilasciato nello spazio, su quote orbitali diverse, ben 53 tra nano, micro e minisatelliti (da 1 a 400 kg), realizzati da 13 differenti Paesi. Questo lancio multiplo rappresenta un record per un vettore del Vecchio Continente. Per operare un rilascio multiplo e frazionato è stata utilizzata la piattaforma SSMS (Small Spacecraft Mission Service): un dispenser al suo esordio che ha consentito di rilasciare a 515 chilometri di quota i 7 microsatelliti per poi sganciare i restanti 46 cubesat ad un’altitudine di 530 chilometri. Tra i payload rilasciati in orbita anche un laboratorio di microgravità – Dido3 – nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e quella Israeliana Isa, in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e il Ministero della Scienza e della Tecnologia (Most) di Israele. A bordo di Dido-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile – che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna. “Il lancio del Vega rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana” commenta il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia. Quella di Vega, aggiunge Saccoccia, è “una storia di grande successo” avendo il vettore “inanellato 14 lanci di successo di fila: un fatto assolutamente non scontato nel trasporto spaziale. Grazie poi al sistema di distribuzione di satelliti SSMS, Vega sarà ancora più competitivo e versatile ed avrà la capacità di mettere in orbita una grandissima quantità e varietà di piccoli satelliti per fare fronte alla crescente richiesta da parte dell’utenza istituzionale e commerciale. Ancora una volta la conferma che è uno veicolo flessibile per fare dello Spazio uno strumento di ritorno economico, importantissimo in un momento difficile come quello attuale”.