Giffoni Innovation Hub, Tesauro: L’imprenditoria apprenda dai ragazzi

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In foto: Luca Tesauro

di Francesco Bellofatto

Dal 18 al 29 agosto a Giffoni Valle i “dreamers”, giovani sognatori under30, sono i protagonisti della sesta edizione di Next Generation: dodici giorni per parlare e confrontarsi su creatività e imprenditoria, in una visione di futuro sostenibile e innovativo in cui le competenze digitali possano spianare loro la strada in un nuovo tipo di economia e un mercato del lavoro costantemente in evoluzione. L’edizione 2020 della rassegna realizzata da Giffoni Innovation Hub, cade in un momento di grandi trasformazioni globali: “La pandemia è stata, ed è ancora, una grande sfida da affrontare – dice Luca Tesauro, Ceo e co-Founder di Giffoni Innovation Hub -, ma dalle grandi crisi possiamo trarre insegnamenti e indicazioni per un futuro diverso”.

Qual è la principale indicazione?

L’importanza di colmare subito il digital divide. Un digital divide non solo meramente geografico, legato alle infrastrutture, ma anche sociale. La digitalizzazione, le lezioni in streaming, l’innovazione a tutto campo e anche lo smart working, dove applicabili hanno fatto la differenza aiutando i ragazzi a essere a scuola sebbene da remoto, e ad affrontare la situazione.

Ciò basta?

No. La verità è che nonostante i tanti anni di tam-tam sull’importanza di uno sviluppo in tal senso ci sono ancora ampie lacune da colmare. E qui si possono ben inserire i nostri ragazzi. Ragazzi che sognano e immaginano un futuro dove le skills digitali saranno un dato di fatto. Un futuro che è più vicino di quanto immaginiamo, ora più che mai. Un futuro in cui i giovani possono avere ottime possibilità di fare la differenza.

Chi sono, oggi, i dreamers?

Sono talenti che hanno tanta voglia di fare e un sogno o due nel cassetto. Attenzione, non parliamo di sogni irraggiungibili come andare a zonzo a cavallo di un unicorno bensì di qualcosa di estremamente pratico. Della voglia di far bene e di trovare una loro dimensione, creativa e lavorativa, in questo mondo facendo quello che gli piace. Quello per cui hanno talento. E così ormai da anni selezioniamo un gruppo di ragazzi under30 per fare parte del Dream Team durante la rassegna. Quest’anno si tratta di 15 ragazzi che svilupperanno progetti per Bayer e BPER Banca in una sorta di mega hackathon prolungato. Una sfida a colpi di innovazioni, certo, ma non solo. Questi ragazzi fanno un’esperienza di vita, imparano tanto in questi giorni e, vi dirò, imparano altrettanto le realtà imprenditoriali, industriali e culturali che lavorano con loro gomito a gomito.

Qual è il contributo della creatività giovanile al mondo dell’imprenditoria?

Proprio come nel caso del DreamTeam il mondo dell’imprenditoria può imparare molto dai ragazzi. Ragazzi che sono già digitalmente più smart. E quella della digitalizzazione è una necessità attuale non futura. Necessità in cui ancora dobbiamo metterci in pari e in cui le nuove leve potrebbero fare la differenza. Ma non solo. C’è un nugolo di nuove professioni necessarie alle aziende. Penso ai professionisti dei cosiddetti Green Jobs, che aiutano le imprese ad entrare in un’ottica di sostenibilità ambientale, e quindi anche sociale.  Sostenibilità che va di pari passo con il business anzi lo facilita aiutando le realtà ad affrontare le sfide dell’economia del futuro.

Significative le presenze di leader di aziende e istituzioni alle Masterclass: come può diventare proattivo questo rapporto con i giovani?

Le Masterclass Impact non sono semplici lezioni frontali, o conferenze. Si tratta di una serie di Innovation Talks che vedono una grande partecipazione da parte dei ragazzi presenti, in questo caso 80 ragazzi tra i 18 e i 26 anni, che interagiscono, si confrontano, possono dire la loro. E, soprattutto, hanno un luogo, un momento in cui possono essere ascoltati.

Che segnale può partire da Giffoni per l’economia del futuro? 

Quando si parla di economia il futuro è già qui. Questo perchè l’economia deve sempre rispondere a esigenze a volte ancora ignote al mercato. Ecco perché è fondamentale lavorare sin da subito, seguendo il fil rouge dell’open Innovation e delle competenze digitali per avere un’economia sostenibile, green, e che faccia la differenza. Il trucco? Immaginare che sul nostro calendario l’anno sia il 2030 e pensare alle sfide del mercato, della società e dell’innovazione.