di Tom Corradini
Nella Cina del Partito Comunista esiste un funzionario pubblico ogni 9 lavoratori privati. Nella Francia di Macron (non doveva stupire il mondo?) vi è un funzionario pubblico ogni 3 lavoratori privati. Nella Germania, arrotondando, vi è un funzionario pubblico ogni 5 lavoratori privati. In altre parole la Cina, in proporzione, ha meno burocrati delle due più grandi economie europee.
La moda del linguaggio politico italiano dell’estate 2020 è: “Meno burocrazia” cosa sui cui ci troviamo più o meno tutti d’accordo, ma nessuno spiega cosa farne dei burocrati. Il risvolto viene evitato con destrezza, la burocrazia non vota ma i burocrati sì e questo è un problema complicato. Con la caduta delle ideologie il politico part-time (massimo 2 mandati) e semi-professionista (reclutato tra assicuratori, baristi, segretarie, e dee-jay) non pesa più le idee ma i voti. E quelli dei burocrati pesano.
Continuiamo il nostro ragionamento condividendo il linguaggio teatrale (dato che mi occupo prevalentemente di teatro). Vi sono parole che producono automaticamente un’immagine e una carica emotiva: se si dice sangue, mamma, sole queste vengono immediatamente associate, a seconda della nostra esperienza, ad un incidente stradale, all’abbraccio di nostra madre, o a una calda giornata in spiaggia. Ora prendiamo la parola burocrate, la maggioranza l’assocerà ad una persona con un completo grigio, prevalentemente maschio, di mezza età, in sovrappeso, chiusa in un triste ufficio pieno di moduli e con un fare noioso sia nel parlato che nei movimenti. E’ un tragico errore.
Il burocrate 2020 è l’esatto contrario, è grintoso, fa sport, va in bici, sa usare il computer e lo smartphone, spesso è donna, sa ballare la salsa e lindy hop. È laureato, perennemente abbronzato, segue una dieta sana, a volte è persino vegetariano. Associare la parolaburocrate a questa immagine fa capire perché sconfiggere la burocrazia è una battaglia persa e incompresa. Parliamo di un esercito di persone fisicamente e intellettualmente dotate, con una rete di conoscenze fittissima, il politico va e viene ma il burocrate resta. Con un esercizio di empatia guardiamo il mondo dal suo punto di vista e capiremo che il suo ideale è avere una classe politica debole, spaventata, senza idee, che non vuole prendersi assolutamente nessun rischio.
L’indicazione appropriata, allora, dovrebbe essere “riformiamo il sistema politico”, “eliminiamo la burocrazia” è uno slogan vacuo e perenne, oggi ridotto a moda passeggera. Ed é noto che quando si parla di moda l’Italia non è seconda a nessuno, il nostro presidente del consiglio ne è un superfluo testimone.