Oro ai minimi dal marzo 2010

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Inizio di ottava tranquillo per le borse europee dopo l’ok della Grecia alle riforme e il conseguente via libera al prestito ponte da 7 miliardi di euro. Oggi, dopo tre settimane di stop, le banche elleniche hanno riaperto ma con operatività limitata (prelievo massimo fissato a 420 euro la settimana). Resta invece chiusa la borsa di Atene. Euro ancora debole contro dollaro in area 1,0850. EUR/USD ha toccato quota 1,0820, a un passo dagli 1,0818 del minimo di fine maggio. Dunque, mercati azionari europei in lieve rialzo, questa mattina: DAX +0,1%, CAC 40 +0,3%, FTSE 100 +0,2%, IBEX 35 +0,4%. Poco mossi, invece, i mercati obbligazionari a causa di problemi tecnici sul mercato EUREX dove vengono scambiati i future sui principali titoli di Stato eurozona. Venerdì scorso a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a +0,11%, il Nasdaq Composite a +0,91% e il Dow Jones Industrial a -0,19%. I future sui principali indici USA sono in rialzo dello 0,1% circa. La borsa di Tokyo oggi è rimasta chiusa per festività, a Shanghai il CSI 300 ha terminato a +0,22%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento +0,1% circa. Minimi dal 2010 per l’oro. Il prezzo del metallo giallo è sceso ulteriormente questa mattina proseguendo la discesa di settimana scorsa sulle prospettive di aumento dei tassi di interesse degli Stati Uniti e dopo che la Cina ha detto che terrà riserve di oro inferiori a quanto stimato dagli analisti. Il prezzo spot dell’oro è sceso fino a 1.086,18 dollari l’oncia, il prezzo più basso dal marzo 2010. in Germania l’indice che misura i prezzi alla produzione ha registrato a giugno un calo su base annua dell’1,4% rispetto alla flessione dell’1,3% della precedente rilevazione. Su base mensile c’è stata una contrazione dello 0,1% dalla precedente variazione nulla. Entrambe le indicazioni si sono rivelate in linea con le attese degli analisti.

Borse asiatiche

Borse asiatiche miste nella prima seduta dell’ottava che vede la chiusura di Tokyo per la celebrazione della festività della Giornata del mare. La Cina è andata in altalena dopo che le autorità di Pechino nel weekend hanno annunciato misure per limitare l’uso di canali di finanziamento “informali” da parte degli investitori nel mercato azionario. Shanghai è arrivata però a guadagnare circa l’1,50% mentre Shenzhen ha sfiorato un progresso del 2% (guadagni in parte erosi nel corso della giornata) in una seduta segnata, per gran parte dell’Asia, dai corsi delle materie prime, con l’oro scivolato ai minimi in cinque anni. Proprio i corsi delle commodity hanno contraddistinto la performance di Sydney con diversi titoli minerari in decisa flessione (Newcrest Mining, Evolution e Northern Star Resources hanno perso rispettivamente 9%, 14,4% e 8,9%), mentre i bancari hanno tenuto nonostante l’Australian Prudential Regulation Authority abbia annunciato che i quattro maggiori istituti del Paese, oltre a Macquarie Group, dovranno aumentare le riserve. In una giornata segnata dal declino della valuta australiana ai minimi di sei anni sul dollaro, l’S&P/ASX 200 ha registrato alla fine un progresso dello 0,30%. Tornando alla Cina, restano sospese dagli scambi 576 società, pari al 20% delle quotate di Shanghai e Shenzhen (venerdì erano 635 ma avevano toccato il 50% delle circa 2.800 società complessive nel pieno del sell-off di una settimana fa). Fatto questo che getta ombre sulla solidità del recupero dei mercati cinesi. Lo Shanghai Composite Index ha guadagnato il 13% dai minimi toccati l’8 luglio dopo un crollo del 32% che aveva bruciato quasi 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Dubbi che si sono trasferiti anche ad Hong Kong, che ha vissuto una seduta tra alti e bassi ma in sostanza invariata. A Seoul, il Kospi ha invece chiuso con un declino dello 0,17%.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta misti. Il Dow Jones ha perso lo 0,19% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,11% e lo 0,91%. Per l’indice tecnologico, che ha registrato la chiusura più alta di sempre, si è trattato della settimana da ottobre 2014. Il Dow Jones è invece stato zavorrato dal comparto energetico. Sul versante macroeconomico si evidenzia che la stima preliminare di luglio dell’indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall’Università del Michigan e da Reuters, scende a 93,3 punti dai 96,1 punti, deludendo le attese degli addetti ai lavori fissate su un indice pari a 96,1 punti e in calo dai 94,6 punti della lettura precedente. Nel primo pomeriggio il Dipartimento del Commercio ha reso noto che i nuovi cantieri residenziali sono aumentati nel mese di giugno passando da 1069 mila unità a 1174 mila unità. Il dato è superiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1110 mila unità. In crescita le licenze edilizie passate da 1250 mila unità a 1343 mila unità (consensus 1150 mila unità). Sempre il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha comunicato che nel mese di giugno l’indice grezzo dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% rispetto al +0,4% rilevato a maggio, risultando allineato al consensus. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento dello 0,1%. L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato un incremento dello 0,2% dal +0,1% rilevato a maggio. Su base annuale l’indice è salito dell’1,8%, in lieve aumento dall’1,7% della rilevazione precedente. Sul fronte societario Google (+16,26%) balza in avanti grazie a risultati relativi al secondo trimestre segnati dal solido progresso di utili e ricavi. Nei tre mesi i profitti netti sono cresciuti da da 3,35 miliardi, pari a 4,88 dollari per azione, a 3,93 miliardi, e 6,43 dollari. Su base rettificata l’eps si è attestato a 6,99 dollari contro i 6,70 del consensus di Thomson Reuters. I ricavi sono cresciuti dell’11% a 17,73 miliardi di dollari. Al netto dei costi d’acquisizione del traffico, i ricavi dai risultati delle ricerche condivisi con altre società, il dato si è attestato a 14,35 miliardi, contro i 14,27 miliardi attesi dagli analisti. Sale anche Facebook (+4,53%) che, secondo quanto riportato da fonti citate da Reuters, ha raggiunto l’accordo per rilevare l’azienda israeliana, specializzata nei sistemi di controllo basati sui gesti, Pebbles per 60 milioni di dollari. Forti acquisti su Hertz (+11,89%). Il colosso del noleggio auto ha rivisto da 200 a 300 milioni di dollari la stima del tagl io dei costi per la fine dell’anno. Deciso ribasso per Best Buy (-5,76%) dopo che BofA-Merrill Lynch ha peggiorato la raccomandazione sul titolo da buy ad underperform. In rosso Chesapeake Energy Corporation (-5,7%) che dovrà pagare 59,1 milioni di dollari in più ai possessori del bond 2019 dopo la decisione di un giudice distrettuale. Acquisti su Fiat Chrysler Automobiles (+1,71%). Secondo indiscrezioni il gruppo automobilistico potrebbe cedere la divisione Magneti Marelli.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,13%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,25% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,3%. In Grecia oggi hanno riaperto le banche (con limiti ai prelievi) mentre la Borsa resterà ancora chiusa. In Germania l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di giugno l’Indice dei Prezzi alla Produzione è diminuito dello 0,1% su base mensile a fronte di un incremento dello 0,1% atteso dagli economisti. Su base annuale il PPI è diminuito dell’1,4%. Chiusura di ottava in sostanziale parità per i listini europei dopo che il Consiglio europeo ha dato il via libera al prestito ponte per la Grecia e il parlamento tedesco ha acconsentito alle trattative per il terzo piano di salvataggio. Londra e Francoforte hanno terminato in calo dello 0,31 e dello 0,37 per cento fermandosi rispettivamente a 6.775,08 e a 11.673,42 punti. Andamento simile per l’Ibex, sceso dello 0,26% a 11.480,7 punti, e parità del Cac40 (+0,06% a 5.124,39).

Italia

Il Ftse Mib segna +0,66%, il Ftse Italia All-Share +0,71%, il Ftse Italia Mid Cap +0,91%, il Ftse Italia Star +0,58%. Venerdì scorso l’ottava borsistica di Piazza Affari s’è chiusa senza sprint, gonfia dei buoni rialzi delle precedenti sedute. L’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta in calo frazionale dello 0,07% a quota 23.765 punti. Come da attese è arrivato il via libera del Bundestag al terzo piano di aiuti alla Grecia. In Italia è arrivata la revisione al rialzo delle stime di crescita da parte di Bankitalia. Secondo l’istituto di via Nazionale il Pil del Belpaese quest’anno salirà al ritmo dello 0,7% rispetto al +0,5% indicato ad aprile. Guardando ai protagonisti di giornata sul listino milanese, hanno pagato dazio soprattutto i titoli oil a causa della nuova discesa dei prezzi del petrolio con Wti in area 50 dollari al barile. Chiusura con ribassi del 2% circa per Saipem e Tenaris. Seduta incolore anche per CNH Industrial (-1,57% a 8,74 euro) che ha ritracciato dopo i recenti rialzi pagando anche le indicazioni arrivate da Volvo sul calo della domanda oltreoceano. Il gruppo svedese, numero due al mondo nel segmento dei veicoli pesanti, ha detto che gli ordini di camion in Nord America risulta sceso del 19% a 10.528 veicoli rimarcano che il picco del ciclo potrebbe essere già alle spalle, anche se non è previsto un “drammatico calo della domanda”. Buona performance per il titolo Brunello Cucinelli (+3,95% a 17,36 euro), tra i migliori all’interno dell’intero listino milanese. I primi riscontri semestrali hanno evidenziato una solida crescita dei ricavi saliti a 200,3 milioni di euro nel primo semestre, il 13,9% in più rispetto al 30 giugno 2014. A livello internazionale il fatturato è cresciuto del 17,1% con in particolare il +25,8% messo a segno dal mercato Nordamericano che ha approfittato del rafforzamento del biglietto verde sull’euro.


I dati macro attesi oggi

Lunedì 20 luglio 2015

GIA Mercati chiusi per festività;

08:00 GER Indice prezzi alla produzione giu;

10:00 EUR Bilancia partite correnti mag.