Ladro n. 1: Burocravirus

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di Ugo Righi

Tutti i giorni autorevoli personaggi di tutti i campi sociali, scientifici, politici affermano che il nemico numero uno è rappresentato dalla burocrazia.
Lo dicono tutti, ma avverto sottotraccia una sorta di rassegnazione a fronte di un potere che sembra proprio imbattibile.  Ma chi è in grado di toccare la burocrazia?  Non serve niente se non riusciamo ad avere una classe dirigente che capisca che davvero questo è il punto di sfida più alto da vincere per vincere, che il principale nemico lo abbiamo dentro il sistema e lo manteniamo noi. Ma ragioniamo, è semplice capire che davvero è così: un sistema produce valore quando il processo input (rappresentato da quello che immetti) elaborazione (rappresentato da come organizzi e massimizzi quello che immetti) e output
(rappresentato da quello che ottieni) è controllato con competenza. Non è per niente così, soprattutto nell’elaborazione perché dentro c’è la burocrazia che ruba il tempo e non solo non lo usa bene ma genera entropia. Una delle principali risorse è rappresentata dalla focalizzazione delle azioni, dalla loro finalizzazione e velocità. Ecco la burocrazia si muove proprio sul terreno opposto: rallenta e confonde, generando inefficienza. Sono infatti due i termini che consentono di valutare il comportamento intelligente: l’efficacia, che significa compiere le scelte giuste e quindi ha valenza strategica collegata ad una visione e l’efficienza che consiste nel fare bene le cose da fare.
È chiara l’interdipendenza. Siamo deboli in termini di efficacia, ma ammesso che, per una buona sorte, ora ci si trovi in possesso di risorse che senso ha averle, se tanto il sistema di efficienza che le accoglie è pieno di ladri (burocrazie e dintorni) che le rubano? Le rubano, non dandole in tempo, rendendone impossibile l’utilizzo, facendo impazzire la gente. Vi ricordate le tipologie di Cipolla nelle leggi fondamentali della stupidità umana? Sono quattro: l’intelligente, il bandito, lo sprovveduto e lo stupido. Nei sistemi il potere principale lo ha lo stupido rappresentato dalla burocrazia che diventa per forza iniqua quindi si intreccia con una identità da bandito e poco possono fare gli sprovveduti.
Come fare per fare in modo che l’intelligenza vada al potere? Come fare per far in modo che la si smetta tutti di criticarla e si cominci a intaccarla?
Lo ripeto: per favore paghiamo i burocrati affinché non facciano nulla. Basterebbe questo per invertire il drammatico trend. Che chi ha il potere abbia un minimo di intelligenza non incaricando loro di semplificare perché è chiaro che non si possono risolvere i problemi all’interno dello stesso sistema di pensiero (e potere) che li ha creati.
Se si chiede questo avviene quello che è accaduto sempre: il burocrate nel tentativo di semplificare, per forza, complica e ottiene così il risultato
(l’inefficienza) che lo premia, mantenendolo e in generale facendogli fare carriera.
Poi a parte tutto come si fa a sopportare la frustrazione di capire benissimo cosa non va, capire benissimo cosa si dovrebbe fare e dover sopportare l’impotenza di non fare niente o fare quello che non si dovrebbe fare?