Consolato russo a Napoli. Razov inaugura la sede

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L’apertura dell’ufficio del Console della Federazione Russa a Napoli non è soltanto una grande opportunità per la numerosa comunità russa residente in Campania e un punto di riferimento essenziale per per tutti i cittadini della regione che hanno rapporti col gigante euroasiatico o che, vogliono semplicemente recarsi in Russia. Esso costituirà, soprattutto, uno sportello di fondamentale importanza per le migliaia di imprese campane che, in questi anni, hanno avviato e consolidato rapporti commerciali con la Russia. Gli imprenditori della regione avranno finalmente l’opportunità di utilizzare un interlocutore certo sul territorio per sviluppare ulteriormente o arricchire rapporti commerciali con la Russia”. Vincenzo Schiavo, console onorario della Federazione Russa in Napoli (con la circoscrizione della Campania) commenta così l’inaugurazione, ieri mattina, a Napoli, in Via Partenope 1, della sede del Consolato della Federazione Russa nel capoluogo campano. La cerimonia di apertura del consolato è stata preceduta da un incontro, nella Sala della Giunta comunale a Palazzo San Giacomo, con le isituzioni campane, presenti, con Schiavo e con il sindaco Luigi De Magistris, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa in Italia Sergey Razov e il presidente della Regione Vincenzo De Luca. L’inaugurazione della sede napoletana del Consolato russo avviene in un momento non facile dei rapporti tra i Paesi dell’Unione europea e Mosca a causa dell’irrisolta crisi ucraina: una tensione che ha già prodotto danni notevoli nell’interscambio tra i due Paesi. E alla quale ora si aggiungono le preoccupazioni innescate dal caso greco. La Russia augura “tutto il bene alla Grecia” e auspica “il successo delle trattative che Atene sta portando avanti con l’Ue perché questa instabilità nella zona Euro comporta delle difficolta’ oggettive anche per noi“, dice Razov. In merito ai rapporti tra i due Paesi, Razov assicura che “con la Grecia continueremo a collaborare in futuro, come abbiamo fatto finora”, ma sottolinea che “sono gli europei a dover trovare una soluzione, perche’ si tratta prima di tutto di un problema europeo”.