Bank of China al 2% di Unicredit e di MPS

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A cura di Antonio Arricale

Ancora pressioni sull’euro, questa mattina, che dopo un avvio di scambio cauto nei confronti del dollaro, si avvia a ritoccare i minimi di ieri. Intorno alle 10,30 l’euro/dollaro scambia a 1,0982. Oggi a Bruxelles si torna a negoziare, prima con la riunione dell’Eurogruppo poi nel tardo pomeriggio con quella dei leader della zona euro. Pur in un contesto difficilissimo, la speranza è di ritrovare la strada verso un possibile accordo che scongiuri l’uscita della Grecia dalla moneta unica e dia solvibilità al paese. “La persistente incertezza sarà negativa per l’euro e per l’appetito per il rischio” spiega in una nota la strategist di BK Asset Management Kathy Lien. “Quindi preferiamo vedere l’euro su quota 1,11”. Stabili in area 57 dollari al barile le quotazioni del Brent. Il future sul Brent con scadenza agosto si è spinto con decisione sotto al soglia dei 60 dollari al barile per la prima volta da aprile toccando un minimo a 56,4 dollari al barile. Sempre ieri Platts ha rilasciato i dati sulla produzione Opec a giugno, salita ai massimi dal 2012 (31,3 mln di barili al giorno, +170mila) quasi 1,3 mln oltre il target di produzione indicato dall’Opec. La People’s Bank of China ha una quota del 2,005% di Unicredit e del 2,01% di MPS. E’ quanto risulta dalle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti in cui si precisa che le due operazioni sono datate rispettivamente 29 e 30 giugno. Recentemente la Banca popolare cinese è tornata sopra la soglia del 2% in Enel.

Borse asiatiche

Le Borse cinesi sono tornate a segnare significative perdite dopo la seduta in altalena di lunedì, nonostante gli interventi annunciati nel weekend per sostenere l’azionario. Il sell-off, però, non ha condizionato l’intera regione dell’Asia-Pacific e Tokyo e Sydney hanno registrato significativi recuperi. Lunedì lo Shanghai Composite aveva chiuso in progresso del 2,4% dopo essere passato da un massimo intraday del 7,8% a una perdita dello 0,9% sui timori per la crisi greca che si erano sovrapposti all’iniezione di liquidità promessa dalla People’s Bank of China, alla sospensione di decine di Ipo e al supporto dei principali broker cinesi che si sono impegnati ad acquistare azioni per almeno 120 miliardi di yuan (oltre 17 miliardi di euro) per stabilizzare i listini. Shanghai ha aperto martedì in flessione di oltre il 3% (poi in recupero per una perdita di poco superiore all’1%) e Shenzhen ha sfiorato addirittura un crollo del 6% mentre anche l’Hang Seng di Hong Kong registrava significative perdite. Intanto sono stati fermati gli scambi per 203 quotate sui mercati della Cina continentale. Dal 29 giugno sono in totale 651 le aziende i cui titoli sono stati sospesi, pari al 23% delle 2.808 quotate, secondo quanto riporta Securities Daily. Gran parte delle società non ha dato motivazioni per la scelta. L’ennesimo scivolone per i mercati cinesi (deprezzatisi di oltre un quarto del loro valore dai massimi registrati in giugno), che ha visto però diversi titoli bancari in rally: a Shanghai, China Construction ha sfiorato un progresso del 9% mentre Bank of China ha sfondato quota 10% di guadagno nella seduta. La giornata si era aperta con il progresso del mercato di Sydney, al traino soprattutto dei titoli bancari e di quelli del settore minerario. Guadagno aumentato dopo che la Reserve Bank of Australia (Rba), come previsto, ha comunicato di avere lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi del 2,00% (valore raggiunto a inizio maggio con il taglio di 25 punti di base). Il governatore Glenn Stevens, come il mese scorso, ha dichiarato che un ulteriore deprezzamento del dollaro australiano “appare verosimile e necessario”, nonostante la valuta sia scesa ai minimi di sei anni contro il dollaro Usa. Dopo l’annuncio della Rba, i corsi del dollaro australiano hanno segnato comunque un rimbalzo. E l’Asx 200 ha sfiorato un progresso del 2% nella seduta. In assenza di dati macroeconomici, e dopo il moderato declino segnato lunedì da Wall Street (cali tra lo 0,30 e lo 0,40% per i tre principali indici), Tokyo ha recuperato parte del terreno perso lunedì. Il Nikkei 225 ha chiuso in progresso dell’1,31% al traino soprattutto dei titoli del settore energy. Significati vo il progresso del gruppo della grande distribuzione Fast Retailing, che ha chiuso con un guadagno del 2,63% (il titolo pesa per circa il 10% sul Nikkei 225). Discorso a parte per Seoul, che ha aperto in progresso sulla speranza di una risoluzione della crisi greca dopo avere segnato lunedì la più netta perdita intraday dal giugno 2012. Il Kospi ha poi corretto, chiudendo in calo dello 0,66% la seduta appesantito da colossi industriali del calibro di Posco (-3%), anche se il Kospi 100 ha segnato un moderato progresso. Samsung Electronics ha guadagnato lo 0,81% dopo aver comunicato di attendersi per il periodo da poco concluso il settimo declino consecutivo degli utili operativi trimestrali.

Borsa Usa

Dopo il lungo week end (venerdì scorso Wall Street è rimasta chiusa per l’Independence day) i principali indici hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,26%, l’S&P 500 lo 0,39% e il Nasdaq Composite lo 0,34%. A pesare sono stati i timori di una uscita della Grecia dalla zona euro e il deludente dato macroeconomico pubblicato in giornata. L’Institute for Supply Management ha comunicato che l’indice ISM non manifatturiero è salito meno del previsto a giugno, attestandosi a 56 punti dai 55,7 punti del mese precedente. Il dato è risultato inferiore alle previsioni degli economisti fissate su un indice pari a 56,2 punti. Il clima di tensione ha penalizzato il prezzo del petrolio, crollato sul mercato Nymex del 7,73% a 52,53 dollari al barile. Sul fronte societario da segnalare il deciso ribasso di Aetna (-6,33%). La compagnia assicurativa ha annunciato venerdì l’acquisto della rivale Humana (+0,94%) per 37 miliardi di dollari. Forte rialzo invece per Weight Watchers (+8,07%). Secondo il New York Post, lo specialista dei prodotti per il dimagrimento sarebbe finito nel mirino di alcuni fondi speculativi. In ribasso Yelp (-1,83%). Il sito di recensioni potrebbe non essere più messo in vendita. Pesante American Apparel (-11,8%). Il gruppo di abbigliamento ha annunciato un piano di ristrutturazione ed ha avvertito che potrebbe essere necessario un aumento di capitale. Acquisti su Mylan (+0,9%). Secondo Bloomberg, il produttore di farmaci generici Teva Pharmaceuticals (+0,15%) potrebbe aumentare l’offerta di acquisto per la rivale di 2 miliardi di dollari a 43 miliardi.

Europa

Avvio di ottava all’insegna delle vendite per i listini europei all’indomani del “no” greco alle condizioni poste dai creditori. A Francoforte il Dax ha terminato in rosso dell’1,52% a 10.890,63 punti, il Cac40 è sceso di due punti percentuali (-2,01%) a 4.711,54 e l’Ibex si è fermato a 10.540,1, il 2,22% in meno rispetto al dato precedente. Ha contenuto invece le perdite Londra, in calo dello 0,76% a 6.535,68 punti.

Italia

A Milano il Ftse Mib ieri ha chiuso in rosso del 4,03% a 21.600,72 punti. Giornata caratterizzata dalle sospensioni al ribasso. Nel mirino soprattutto il comparto bancario, che rappresenta il 35% del listino. Le vendite, in particolare, hanno colpito Banca Mps (-11,51% a 1,538 euro e nuovo minimo storico a 1,524 euro), la Popolare di Milano (-5,48% a 0,896 euro), il Banco Popolare (-6,59% a 13,88 euro), UniCredit (-6,12% a 5,68 euro) e Intesa Sanpaolo (-5,98% a 3,05 euro). Consistenti vendite anche su UnipolSai (-4,18% a 2,11 euro), nonostante Equita Sim abbia aumentato il peso del titolo nel suo portafoglio principale di 50 bps. Perdite ridotte per Autogrill (-1,67% a 7,35 euro), confermata nella lista dei preferiti di Jefferies, e -3,98% per Telecom Italia (1,11 euro). Hanno resistito soltanto i titoli sotto Opa: Ansaldo (parità a 9,38 euro), Wdf (-0,2% a 10,09 euro) e Pirelli (-0,79% a 15,1 euro). In luce Stm (+1,72% a 7,38 euro), unico titolo positivo del listino principale nel giorno in cui Barclays ha annunciato di aver alzato la raccomandazione sul titolo a “equalweight”.


I dati macro attesi oggi

Martedì 7 luglio 2015

00:00 NZD Indice NZIER di fiducia delle aziende

06:30 AUD Annuncio del tasso d’interesse

06:30 AUD Dichiarazioni sulle decisioni relative ai tassi d’interesse della RBA

07:45 CHF Tasso di disoccupazione destagionalizzato

07:45 CHF Tasso di disoccupazione non destagionalizzato

08:00 EUR Produzione industriale tedesca (Mensile)

10:30 GBP Produzione industriale (Mensile)

10:30 GBP Produzione manifatturiera (Mensile)

14:30 CAD Saldo della bilancia commerciale

14:30 USD Saldo della bilancia commerciale

16:00 GBP Stima NIESR del PIL

16:00 USD Nuovi Lavori JOLTs