La Steve Jobs di Napoli lancia un videogame su un virus di laboratorio. La società vinse la causa con Apple

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Due anni fa la loro clamorosa vittoria contro la Apple, ora il lancio di un nuovo prodotto. La storia dei fratelli Vincenzo e Giacomo Barbato ha fatto il giro del mondo quando riuscirono nell’impresa di registrare il marchio ‘Steve Jobs’ e oggi sono pronti per fare il loro esordio sul mercato del videogame. “Quando lanciammo la notizia della vittoria contro gli avvocati della Apple – raccontano i fratelli Barbato – invitammo giovani talenti del nostro territorio a proporre le loro idee. Siamo stati contattati da due ragazzi, dei quartieri di Pianura e Quarto, che si sono presentati con un foglio a quadretti con la lista delle cose che avevano bisogno per sviluppare questa idea. Sin da subito ci siamo entusiasmati. Ed è così che abbiamo creato la società Real Game Machine per produrre il videogioco. Un opera che di solito comporterebbe l’impiego di decine di persone, invece ci sono riusciti da soli. Sono folli e affamati, due ragazzi straordinari”. Ed è così che hanno messo a disposizione dei due ragazzi, Mirko Scarici (24 anni) e Alfonso Prota (23 anni), tutti gli strumenti per lavorare al videogioco, in una veranda a Pianura. “Eravamo insieme al liceo Giordani – raccontano Mirko e Alfonso – e tra i banchi di scuola fantasticavamo sulla realizzazione di un videogame. Siamo autodidatti e per poter produrre la nostra idea avevamo bisogno di un investitore. Non abbiamo proseguito gli studi ma ci siamo fiondati su manuali di programmazione, game design in inglese, giocando tanto, ispirandosi al cinema”. E per sviluppare il progetto si sono divisi i ruoli: Mirko si è occupato di sceneggiatura, ambientazione, concept di gioco, Alfonso di programmazione, animazione e sonoro. “Non tutti hanno la fortuna di trovare un investitore, noi li abbiamo trovati al primo colpo”. Un esperimento andato male in un laboratorio di ricerca si tramuta in un virus letale trasmissibile per via aerea. Sembra il racconto di quanto accaduto a Wuhan con il Coronavirus, invece è la trama di “Follia Dear Father”, horror survivor che vedrà la luce domani 30 aprile dopo 4 anni di lavorazione sarà e disponibile su tutte le piattaforme (Steam, PlayStation, XBox) ad un prezzo che oscilla tra i 20 e i 25 euro, compresa la versione in Virtual Reality (qui). Protagonista è Marcus Pitt, un’adolescente come tanti, che una sera riceve una e-mail proveniente dall’università nella quale lavorano i suoi genitori, la “Frederick Fidelity University” (celato riferimento alla Federico II). Il contenuto di quest’ultima risulta allarmante, qualcosa di grave è accaduto all’interno della struttura, e i suoi genitori sono al suo interno. Il giovane dovrà vedersela con oscure presenze, mascherine antivirus e il paziente 0, il tutto con una vena di complottismo. Ora sono già a lavoro per la scrittura di un secondo capitolo di “Follia Dear Father”.