RIforma dei porti, da lunedì il testo in parlamento

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Il Governo trasmette alle commissioni parlamentari competenti, che da lunedì iniziano l’esame del testo, una prima bozza della riforma del sistema delle Autorità Portuali. Previsti 13 distretti a carattere regionale, così suddivisi: Genova-Savona,La Spezia-Marina di Carrara, Livorno-Piombino, Civitavecchia, Napoli-Salerno, Calabria, Sardegna, Sicilia orientale, Sicilia occidentale, Puglia, Ravenna-Ancona, Venezia, Trieste. L’iter, secondo fonti parlamentari interpellate dal Denaro, si annuncia abbastanza lungo e complesso. In commissione, infatti, si terrà conto dei pareri forniti da imprenditori e operatori del settore marittimo attraverso un’apposita sezione del portale del ministero delle Infrastrutture.

Nomine, si cambia

L’aspetto che più interessa l’Autorità di Napoli è il nuovo meccanismo di selezione dei presidenti. Non è più necessario il parere degli enti locali – Camera di Commercio, Comune, Provincia – ma solo della Regione di competenza, di concerto con la quale il ministero dei Trasporti decide chi nominare presidente del distretto logistico. Ciò significa che la Regione non esprime più un semplice parere, per quanto vincolante, sulle decisioni del ministero, ma assume un peso maggiore, determinante, rispetto alla vecchia versione della legge 84/94 che parla di “intesa” per la scelta del presidente della singola autorità portuale. Non solo. La riforma prevede una semplificazione delle autorità, nel senso che i comitati portuali devono essere formati da cinque membri. rispetto ai dieci, dodici attuali. Infine, i singoli scali vengono gestiti da un direttore e mantengono una propria autonomia amministrativa all’interno del distretto portuale regionale. In parlamento, però, la bozza può essere completamente stravolta.