Spada (Formazienda): “Puntare su Fad e digitalizzazione per ripartenza”

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Roma, 23 mar. (Labitalia) – Digitalizzazione degli enti e formazione a distanza anche per gli imprenditori, nuove spese ammissibili per sostenere il mondo del lavoro e proiettarlo con efficacia nella fase post emergenza. Sono alcune delle priorità che per Formazienda, il fondo interprofessionale istituito da Sistema Impresa Confederazione nazionale e Confsal, devono essere attuate per conferire agli attori che operano nel campo della formazione continua un ruolo strategico e propedeutico alla ripartenza produttiva del Paese dopo l’emergenza coronavirus.

Spiega Rossella Spada, direttore del fondo che opera in tuta Italia e al quale sono iscritte 110mila imprese per 775mila lavoratori: “È necessario puntare sulla formazione a distanza, la Fad, durante e dopo l’emergenza. In tutte le materie. È opportuna l’apertura in tal senso anche del legislatore che dovrebbe limitare la Fad solo quando oggettivamente non è la metodologia didattica adeguata. Oggi, grazie alla realtà virtuale, i casi sarebbero veramente ridotti al lumicino”.

“La prima azione da sostenere – continua il direttore Spada – è la puntuale digitalizzazione degli enti di formazione che devono adeguare la struttura dei sottoservizi, le reti informatiche, alle nuove esigenze utilizzando un’adeguata piattaforma e dotandosi di dispositivi aggiornati, sviluppando il lavoro a domicilio e lo Smart Working, ampliando l’organigramma aziendale con tutor competenti e mettendo a disposizione nuovo materiale didattico in armonia con la metodologia della Fad prescelta: on line, off line o blended”.

Per il direttore di Fomrazienda, il legislatore “dovrebbe consentire ai Fondi di finanziare anche la formazione degli imprenditori”. “Sistema Impresa e Confsal – ricorda – hanno più volte manifestato tale suggestione al governo. Questa emergenza obbliga gli imprenditori a digitalizzare le imprese. Fornire un aiuto tramite la formazione finanziata sarebbe molto utile. Bisogna superare la limitazione della finanziabilità dei piani formativi rivolti solo a dipendenti e cassaintegrati”.

L’ulteriore ruolo attivo dei Fondi per sostenere il mondo del lavoro e proiettarlo nella fase del dopo virus, al fine di agevolare la digitalizzazione, potrebbe manifestarsi anche attraverso “l’ampliamento delle spese ritenute ammissibili a finanziamento annoverando, ad esempio, anche l’acquisto di un’idonea strumentazione hardware e software da parte dell’ente di formazione”, sottolinea.

Conclude il direttore Spada: “Nel difficile periodo storico che stiamo attraversando, i cui effetti economici sono già tangibili e fortemente negativi, diventa strategico che il legislatore garantisca la presenza di significative risorse oltre a quelle in gestione dei fondi interprofessionali a disposizione della formazione, chiave strategica per il rilancio del sistema produttivo nazionale. Solo in questo modo le aziende potranno rinascere ponendo in essere le iniziative di qualificazione, riqualificazione, aggiornamento e adeguamento delle competenze professionali dei propri addetti. Superata l’emergenza le imprese si ritroveranno ad operare in un mercato radicalmente mutato che richiederà livelli ancora più elevati di conoscenza, competenza e competitività”.