Ecomafia, agroalimentare il settore più redditizio

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Il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato quello agroalimentare, per un giro d’affari di 4,3 miliardi (l’anno prima era sui 500 milioni). E’ quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2015 – realizzato grazie al contributo delle forze dell’ordine, tra cui Carabinieri, Forestale, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di porto, Agenzia delle dogane e dei monopoli, Polizie provinciali, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione nazionale antimafia – che mette in evidenza il calo dei reati in Campania (meno 21%) e un aumento degli illeciti in Puglia (15,4% dei reati accertati, pari a 4.499, 4.159 denunce e 5 arresti). Le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti arrivano a 35 nel 2014 (285 dal 2002); in generale le infrazioni nei rifiuti superano le 7 mila, quasi 20 al giorno. Aumentano anche gli illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati realizzati soprattutto in Campania e poi in Calabria, Puglia e Lazio. Cala il numero di incendi ma aumenta la superficie boschiva finita in fumo (dai 4,7 mila ettari del 2013 ai 22,4 del 2014).Vittorio Cogliati Dezza Nel 2014 sono stati 852 i furti d’opere d’arte accertati dalle forze dell’ordine. Legambiente traccia anche un identikit dei professionisti dell’Ecomafia: si va dal trafficante dei rifiuti ai trasportatori e agli industriali fino agli intermediari con le istituzioni o ad alcune ”figure chiave” tipo ”il politico locale” e ”il funzionario pubblico”. ”Vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace – conclude il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezzasono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perché auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti”.