Giovani Innovatori in pressing sul Governo per sostegno alle Pmi e riduzione delle tasse

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In foto Gabriele Ferrieri

Per ripartire serviranno iniziative per rilancia l’economia, martoriata dal ciclone Coronavirus. Importante sarà anche il contributo dei giovani, che possano mentre lo smart working può essere una soluzione per il futuro. Ne è convinto Gabriele Ferrieri, presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori (Angi), intervistato dall’agenzia Dire. “Per quanto riguarda la situazione economica che stiamo vivendo, superata questa emergenza bisognerà far ripartire il settore attraverso iniziative che possono portare una strutturale riduzione della pressione fiscale e del rilancio degli investimenti pubblici e privati, passando in primis dal rafforzamento del sistema sanitario nazionale e con investimenti a favore della Protezione Civile – spiega- Così come devono essere portate avanti iniziative a favore di imprese e famiglie, in particolare oggi, che siamo sotto una situazione di gravissimo peso per via dell’emergenza sanitaria per questa pandemia decretata dall’Oms”. Per Ferrieri, “a fronte di questa situazione, come messaggio
da dare a tutti i giovani, deve esserci da parte loro una responsabilità, in quanto l’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio le strutture sanitarie e l’economia del Paese da Nord a Sud, senza nessuna esclusione. Importante è che ognuno possa fare la propria parte, contribuendo a sostenere tutti i cittadini e i propri coetanei in questo momento, seguendo le misure del Governo e le autorità locali”. Un messaggio che “che mi sento di poter dare ai giovani – continua il presidente Angi – è avere solidarietà verso le
persone che soffrono, che cercano di cambiare le proprie abitudini con un occhio di riguardo alla sensibilità delle persone che stanno soffrendo”.
Nel campo dell’innovazione “cito aziende che stanno lavorando al fianco di Esercito e Croce Rossa, per sostenere le attività assistenziali. Come Angi ho citato due
casi importanti nel campo delle imprese, come Omp Engineering, che offre soluzioni di supporto per l’esercito, aiutando a trasportare persone contagiate dal Coronavirus con barelle bioingegnerizzate, e Idrobase, che sta consentendo la sanificazione di ambienti che sono stati colpiti e rischiano la chiusura per il contagio. O il progetto Minerva, che ha
realizzato una chatbot contro le fake news sul Coronavirus”. C’è poi, continua Ferrieri, “la ICarry.it, altro caso di impresa innovativa che sta lavorando in questo momento sulle consegne a casa di beni e merci per evitare la diffusione del contagio e che collabora con la grande distribuzione per aiutare chi deve fare la spesa”.
Questa situazione di straordinarietà “sta spingendo tutti ad adottare forme più agili per il lavoro, come le grandi aziende che hanno spinto dipendenti a praticare lo smart working. Come gli stessi imprenditori o professionisti stanno a casa praticando il lavoro agile. Secondo una ricerca del politecnico di Milano, prima erano in 580mila i lavoratori in smart working. Oggi sono milioni che stanno facendo questo, cercando di seguire direttive di Regione, Governo e Comuni. Questo cambio di modalità di lavoro avrà effetti sulla produttività. Penso che dovremo cercare di vedere positivamente i benefici di questa nuova tipologia di lavoro, che comunque permette di poter responsabilazzare imprenditori o dipendenti cercando di essere flessibili o autonomi nella scelta di spazi, orari o strumenti da usare, cercando di portare avanti attività online, per chi può”. In ogni caso “la situazione economia che si verrà a creare a conclusione di questa situazione richiederà interventi strutturali per il rilancio dell’economia, perché sia grandi aziende, sia piccoli e grandi imprenditori stanno soffrendo questa situazione e sarà importante per far ripartire l’economia il più velocemente possibile”. Per il presidente Angi lo smart working è una pratica utilizzabile anche per il futuro, con o senza Coronavirus: “Si potrà continuare. Sto vedendo tanti programmi di formazione gratuita per ragazzi da realtà del terzo settore. Noi stessi stiamo lavorando nel fare attività di webinar, nel promuovere formazione gratuita in tutti i giovani tra i 18 e i 35 anni che tra scuola e università sono costretti a casa, per portare la voce di esperti del settore, per fare attività di formazione gratuita e valorizzare alcune delle tematiche che possono sicuramente promuovere innovazione nella didattica”. Questa situazione “ci ha portato a fare riflessioni. L’attività formativa agile da casa è un nuovo orizzonte su cui tutti noi potremmo doverci cimentare nel presente e nel futuro e anche riscoprire il contatto con i giovani anche in visione internazionale. Questa pandemia ha colpito tutti i paesi del mondo, potrebbe essere uno strumento per avvicinare giovani italiani ai coetanei di altri paesi europei”.