Scuola 4.0, l’innovazione va in rete con le “avanguardie educative”

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Istituti scolastici chiusi, intere comunità in quarantena, moltissimi genitori e studenti impauriti. L’emergenza coronavirus mette il mondo della scuola italiana di fronte a una sfida molto difficile. Come garantire un’offerta didattica continua e di qualita’ in uno scenario simile? Una prova difficile, da affrontare con modelli innovativi di didattica ‘su misura’ e ‘a distanza’, in cui l’Italia non e’ all’anno zero. Sul fronte delle nuove metodologie educative, compresa la didattica a distanza, sono attivissime le scuole appartenenti alla rete delle “avanguardie educative”. Tutto nasce nel 2014. L’istituto pubblico di ricerca Indire avvia un progetto di ricerca-azione per individuare le buone pratiche di innovazione didattica, con l’obiettivo di studiarle e diffonderle il piu’ possibile. Un primo nucleo di 22 istituti decide di aderire. Il 6 novembre del 2014 a Genova, viene firmato un manifesto’ che indica la mission delle “avanguardie educative”: “Un movimento di innovazione che porta a sistema le esperienze piu’ significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola”. Ne nasce un’iniziativa di modernizzazione spontanea e dal basso che lentamente ma profondamente sta cambiando il modo di fare scuola in Italia. A oggi si contano ben 1102 scuole partecipanti al movimento (300 nord, 259 centro, 543 sud e isole), di cui 375 in citta’ e 727 in provincia, suddivise tra 646 del primo I ciclo e 456 del II ciclo.
Le avanguardie indicano sette orizzonti da seguire: trasformare il modello trasmissivo della scuola; sfruttare le opportunità offerte dalle ict e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare; creare nuovi spazi per l’apprendimento; riorganizzare il tempo del fare scuola; riconnettere i saperi della scuola e i saperi della societa’ della conoscenza; investire sul capitale umano ripensando i rapporti (dentro/fuori, insegnamento frontale/apprendimento tra pari, scuola/azienda); promuovere l’innovazione perche’ sia sostenibile e trasferibile. Si realizza cosi’ una ‘galleria delle Idee per l’innovazione’ che si arricchisce di anno. Si inizia, dal 2014 al 2016, con ‘bocciato con credito’; ‘dentro/fuori la scuola’, ‘ict lab’; ‘spazio flessibile. Nel 2016-2017, ci sono anche ‘debate’ (argomentare e dibattere), ‘didattica per scenari’, ‘flipped classroom’ (la classe capovolta), ‘integrazione cdd / libri di testo’, ‘spaced learning’ (apprendimento intervallato), ‘teal’ (tecnologie per l’apprendimento attivo), ‘aule laboratorio disciplinari’. Piu’ recentemente si aggiungono: ‘dentro/fuori la scuola – service learning’, ‘oltre le discipline’, ‘apprendimento autonomo e tutoring’, ‘apprendimento differenziato, ‘uso flessibile del tempo’, ‘ mltv – rendere visibili pensiero e apprendimento’, ‘dialogo euristico’.
Si tratta nel complesso di una sperimentazione senza precedenti con una capillare messa a sistema di un nuovo modo di fare scuola. Con diversi ruoli, sono particolarmente impegnate 34 scuole capofila e 27 istituti polo regionali. Il movimento rappresenta un patrimonio preziosissimo di esperienze, informazioni, capacita’ che ora piu’ che mai e’ al servizio delle istituzioni per affrontare i disagi derivanti dall’emergenza coronavirus. In prospettiva, superata la crisi in atto con istituti chiusi e territori in quarantena, da qui puo’ ripartire la scuola italiana per una definitiva virata verso l’innovazione didattica e un pieno utilizzo delle nuove tecnologie.