Pompei e l’Europa, successo di critica e boom di visite

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Massimo OsannaStraordinaria affluenza agli Scavi di Pompei in coincidenza con la mostra “Rapiti alla morte”. I calchi – La fotografia allestita nell’Anfiteatro. Dal 26 maggio – data di apertura al pubblico di questa sezione – a domenica 14 giugno i visitatori sono stati 233.870, con un incremento del 15,24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato positivo per Pompei, e per gli Scavi, dove la piramide lignea realizzata dall’architetto Francesco Venezia nell’arena dell’Anfiteatro per ospitare 20 degli 86 calchi restaurati per l’occasione dalla Soprintendenza, affascina e sorprende migliaia di turisti. “Il dato in crescita dei visitatori all’area archeologica di Pompei, in concomitanza con l’apertura della mostra – dichiara il Soprintendente Massimo Osannaconferma che gli eventi volti alla valorizzazione rappresentano il quid in più necessario per luoghi come Pompei. Il pubblico richiede offerte diverse, visioni con sfaccettature nuove di luoghi che hanno fatto e continuano a fare la nostra storia. Ritengo fosse doveroso dedicare uno spazio destinato ai calchi di Pompei, quasi un imperativo per ricordare la vita interrotta della città e la conferma viene dal pubblico, che continua a omaggiare i luoghi che presidiamo con la propria interessata presenza”. Il successo è confermato per la sezione della mostra in corso al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove si è registrata una crescita del 23 % dei visitatori rispetto allo stesso periodo 2014, per un totale di 21.929 ingressi dal 27 maggio scorso, per questa sezione, al 14 giugno.

Pompei e l’Europa

Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 24 agosto 1943. È Pompei e l’Europa. 1748 – 1943 , mostra aperta al pubblico dal 27 maggio al 2 novembre 2015 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei , con il patrocinio di Expo Milano 2015. Promossa dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rassegna – organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia – si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia. A scandire la prima delle due tappe del percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni cronologiche, più di 200 opere tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotografie, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri e riunite per l’occasione nel salone della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli, a cura di Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo.

Il continuo confronto che ne scaturisce documenta come Pompei, con le sue rovine sepolte e la sua classicità, abbia affascinato per quasi duecento anni gli artisti di tutta Europa – da Ingres a Picasso, a Le Corbusier, da Moreau a de Chirico -, influenzato il gusto di intere corti e residenze, nella letteratura come nel teatro, nella musica come nell’estetica, svolgendo un ruolo fondamentale anche per gli sviluppi dell’archeologia moderna. Una riscoperta davvero eccezionale e rivoluzionaria quella di Pompei la cui quotidianità, sconvolta dalla terribile eruzione del 79 d.C., viene rievocata e riportata alla luce direttamente nello spazio dell’Anfiteatro , dove si snoda il secondo itinerario della mostra. Qui, per la sezione “Rapiti alla morte” a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi, 20 calchi realizzati a partire da quelli di Giuseppe Fiorelli, rilevando le impronte lasciate dai corpi degli sfortunati abitanti della città nel materiale vulcanico, vengono presentati per la prima volta al pubblico dopo il recente restauro della Soprintendenza. Ad accoglierli un progetto dell’architetto Francesco Venezia di grande impatto e forza evocativa pensato per ospitare, a completamento del percorso espositivo, anche la mostra “La fotograJa” curata da Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e . Una selezione di scatti e immagini, tra cui molte inedite, testimonia il progresso degli scavi tra Ottocento e Novecento offrendo ai visitatori un contributo visivo e documentario di straordinario valore che concorre a ricostruire, con il resto dell’esposizione, la fortuna e l’irraggiamento culturale del celebre sito archeologico. A corredo della rassegna un ricco catalogo in tre edizioni – italiano, inglese e francese – pubblicato da Electa, con numerosi contributi critici.