Campania, crollano mutui e prestiti personali Barbagallo: Il Sud non vede ancora la ripresa

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Crollano in Campania i mutui immobiliari erogati (la media è di 104.521 euro) e i prestiti personali (10.759 in media). In Regione il primato assoluto per finanziamenti destinati all’acquisto della casa spetta alla provincia di Napoli con 122.259 euro, un dato che la colloca al 33esimo posto assoluto nel ranking nazionale, seguita da Caserta, in 59esima posizione con 108.990 Euro, e da Salerno, con 106.919 Euro (al 63esimo posto). “Nel 2014 si è registrato a un calo vicino al 18 per cento rispetto all’anno precedente – dice Carlo Barbagallo, ex presidente dei Giovani di Confindustria e amministratore unico di Cofiba, società campana leader nella bonifica ambientale -. Segno che se è vero che, come indicano i primi dati dell’Abi e di Confcommercio, in Italia si sta assistendo a una parziale ripresa dei consumi, nelle regioni del Sud Pmi e famiglie ancora non vedono la fine della crisi. E la sfiducia si traduce in una maggiore cautela che spinge a privilegiare soluzioni di finanziamento che pesino il meno possibile sul reddito disponibile”. Del resto nonostante i segnali di ottimismo sull’imminente ripresa dell’economia, la crisi ha prodotto effetti devastanti soprattutto nelle province del Sud: secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi di Confcommercio le persone assolutamente povere sono cresciute del 163% nel 2013 rispetto al minimo del 2006, da meno di 2,3 milioni della metà degli anni 2000 a oltre 6 milioni, circa il 10% dell’attuale popolazione italiana. E più della metà dei poveri assoluti risiede nel Mezzogiorno. Infatti, mentre per il Centro-Nord è prevedibile già nell’anno in corso una ripresa apprezzabile – sopra il punto e mezzo percentuale nella media 2015-2016 – il Sud risulterebbe ancora in recessione almeno fino al prossimo anno. “Gli squilibri territoriali, sono in forte crescita a partire dal 2010 e potrebbero ulteriormente ampliarsi in modo rilevante perché il meridione ha minore vocazione all’export, maggiori difficoltà di fare impresa, soffre di una situazione molto più difficile del mercato del lavoro e di paradossali ritardi infrastrutturali che sembrano aggravarsi piuttosto che ridursi“, spiega Barbagallo. Una situazione nella quale la Campania, per una serie di fattori concomitanti, risulta ancora più penalizzata. “Nella ex Terra Felix le famiglie in condizioni di povertà relativa sono 23 su 100. Circa 5 su 100 percepiscono meno di 6mila euro all’anno e 9 su 100 sono al di sotto di 12mila euro di reddito. Una condizione – dice l’ex numero uno degli Under 40 – che naturalmente si riflette sui consumi deprimendoli al punto tale che la Campania si colloca all’ultimo posto della graduatoria nazionale anche per la spesa delle famiglie (11,6 mila euro l’anno contro una media italiana di 16,3 mila euro l’anno)”. Alla base di questo gap c’è soprattutto il fattore fisco: “E’ a causa delle tasse, infatti, se agli imprenditori conviene di più assumere un lavoratore a tempo indeterminato al Centro-Nord che al Sud dove gli costa circa 550 euro in più. Così al danno si aggiunge la beffa: i contribuenti campani, imprese e famiglie, non solo sono i più tartassati d’Italia, ma sono anche quelli che ne ricevono in cambio servizi pessimi se messi a paragone con gli standard del resto d’Italia. Le aliquote sono le più alte del Belpaese, con l’addizionale Irap al 4,97 per cento e Irpef al 2,8” . Le conseguenze? “Una perdita di reddito netto rispetto ai minimi di oltre il 7 per cento e la disoccupazione, che specie nella fascia tra i 15 e i 29 anni, supera ampiamente il 50 per cento. Basta dare uno sguardo ai numeri per capire come il Paese sia stato messo in ginocchio dalla latitanza della politica – dice Barbagallo -: in sette anni di crisi abbiamo perso un milione di posti di lavoro e la ripresa dei tassi di occupazione sarà molto lenta anche nei prossimi anni”.