“Non ci credo’, il dolore per la morte di Bryant

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Roma, 26 gen. (Adnkronos) – “Non ci credo, non ci posso credere”. La notizia della morte di si diffonde e il mondo Nba piange la sua stella. Uno dopo l’altro, i giocatori di tutte le squadre manifestano il proprio dolore e la propria incredulità per la tragedia avvenuta in California. Bryant, 41 anni, ha perso la vita nello schianto dell’elicottero su cui viaggiava. Dall’azzurro Marco Belinelli a Dwyane Wade, da Joel Embiid a José Barea. Tutti i giocatori, a prescindere da maglia e nazionalità, sono uniti nel dolore.

“E’ una tragedia, perdiamo un grande sportivo, un grandissimo campione” dice all’Adnkronos Dino Meneghin, icona della pallacanestro. “Io l’ho conosciuto a metà anni ’90 a Milano e per alcuni giorni l’ho accompagnato anche agli allenamenti dove ho avuto modo di apprezzare un grande professionista: sono rimasto stupito – ricorda Meneghin – dalla sua dedizione e professionalità. E ancora prima avevo conosciuto suo padre quando giocava a Rieti. Kobe era davvero un grande giocatore”.

“Non riesco a crederci, morire a 41 anni è una cosa inaccettabile. Rifiutiamo notizie come questa – dice all’Adnkronos Dan Peterson, allenatore di pallacanestro statunitense – A parte la sua grandezza come giocatore posso dire che era molto legato e riconoscente all’Italia dove aveva appreso l’impostazione del basket e imparato i fondamentali”.

Il cordoglio va oltre i confini del basket. “Io… non ci voglio credere….. ditemi che non è vero!! Che non può finire tutto così!!” il tweet della campionessa di nuoto Federica Pellegrini. “Onorato di averti conosciuto, Campione dentro e fuori dal campo! R.I.P” scrive Francesco Totti su Instagram, postando una foto che lo ritrae con la stella dei Lakers.

“La tragica morte di Kobe Bryant lascia tutti senza parole – scrive su Facebook il ministro dello Sport del M5S, Vincenzo Spadafora – Il campione dell’Nba aveva iniziato a fare i primi tiri a canestro proprio in Italia, da piccolo, quando il padre giocava nel nostro campionato di pallacanestro. È stato un immenso campione, un simbolo positivo, un grande uomo”.