Cgia, monte ore lavorate: per gli autonomi crollo di 2,3 miliardi. Record al Sud: – 10,7% rispetto al 2007

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Pur avendo recuperato il numero di occupati persi in tutti questi anni, rispetto all’anno pre-crisi (2007) il nostro monte ore lavorate è crollato di 2,3 miliardi (-5 per cento), anche se ad aver patito questa caduta verticale non sono stati i lavoratori dipendenti, bensì gli autonomi. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. Se i primi, infatti, tra il 2007 e la fine del 2018 hanno registrato una contrazione delle ore lavorate pari a 121 milioni (- 0,4 per cento), i secondi, invece, hanno perso quasi 2,2 miliardi di ore (-14,4 per cento). Nei primi 9 mesi del 2019 (ultimo dato disponibile) la situazione è in via di miglioramento. Nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, infatti, autonomi e dipendenti hanno incrementato di 175 milioni lo stock di ore lavorate (+0,5 per cento). Oltre ad aver costretto alla chiusura molte piccolissime attività, la bassa crescita del Pil registrata in questi ultimi 12 anni ha condizionato negativamente anche la qualità dei nuovi ingressi nel mercato del lavoro. Se i lavoratori dipendenti a tempo parziale sono aumentati di oltre 1 milione di unità (+40,2 per cento rispetto al 2008), lo stock di quelli full time, invece, è sceso di 341 mila unità (-2,3 per cento rispetto al 2008).
La ripartizione geografica dove la flessione delle ore lavorate è stata maggiore è il Mezzogiorno. Tra il 2007 e il 2016 (ultimo anno in cui i dati regionali sono a disposizione) la contrazione è stata del 10,7 per cento (pari a -1,4 miliardi di ore lavorate), contro il -5,8 per cento del Nordest (- 563 milioni), il -5,7 per cento del Nordovest (-755 milioni) e il -5,1 per cento del Centro (-491 milioni). A livello regionale le riduzioni più importanti si sono verificate in Molise e in Sicilia (-12,4 per cento in entrambi i casi), in Campania (-12,3 per cento) e in Basilicata (-11,1 per cento). Per contro, la Lombardia (-4,8 per cento), il Lazio (-2,9 per cento) e il Trentino Alto Adige (-1,1 per cento) sono state le regioni meno interessate da questo fenomeno . Tra il 2008 e il 2018 l’escalation del numero di dipendenti a tempo parziale ha interessato soprattutto il Sud (+355.000 unità pari a una variazione del +55,4 per cento). Più contenuto il dato che ha riguardato il Centro (+226.000 pari al +41,1 per cento), il Nordovest (+275.000 pari al +35,7 per cento) e il Nordest (+187.000 pari al +30,1 per cento).