Pier Franco Quaglieni racconta la gioia di vivere di Mario Soldati

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In foto Mario Soldati

di Fiorella Franchini

L’hanno definito “un eclettico di talento”, indipendente, acuto, un po’ scorbutico e capriccioso ma d’ingegno senza limiti. Mario Soldati, a distanza di vent’anni dalla sua morte, torna a far parlare di sé attraverso un’opera antologica di Pier Franco Quaglieni, Mario Soldati – La gioia di vivere – Golem edizioni. Un coro di voci che tenta di ricostruire una delle figure più complesse della società italiana del Novecento, che ha saputo oltrepassare i confini della cultura ufficiale per esplorarne aspetti nuovi e diversi. Scrittore, giornalista, regista si è occupato di sport, gastronomia, cinema, televisione, società servendosi di ogni strumento di comunicazione, un modo tutto suo, originale e accattivante, per trasmettere agli altri le emozioni che gli arrivavano dalla cultura che lo circondava, dalla vita, dalla letteratura che ci hanno preceduto, cui dava quel tanto d’individuale che hanno tutte le esperienze che passano attraverso una consapevolezza personale.

In foto Pier Franco Quaglieni

Il volume di Quaglieni ci mostra, attraverso i saggi e le testimonianze, le considerazioni di chi l’ha conosciuto e ne ha scritto, dallo stesso autore, che è stato suo collaboratore anche nell’ambito del Centro Pannunzio, a Giorgio Barberi Squarotti, Mario Baudino, Guido Davico Bonino, Lorenzo Mondo, Bruno Quaranta, Mara Pegnaieff, Arrigo Petacco, Raffaello Uboldi. Un resoconto di come sia riuscito a far passare la conoscenza e il senso della bellezza accumulata dentro di sé, a rimetterla in circolazione con semplicità e coinvolgimento affinché potesse arrivare a un pubblico numeroso. Un grande divulgatore della bella realtà del nostro paese, dei luoghi, della storia, delle tradizioni, della cucina, dei sentimenti. I contributi raccolti da Quaglieni documentano tutta l’attività di Soldati, dai racconti, ai reportage giornalistici, dai film e ai programmi televisivi, provano la sua onestà colta e razionale, non il desiderio di insegnare ad altri ciò che sapeva o credeva di sapere, bensì la voglia di condividere. Pagine che lo ritraggono anticonformista per natura e per scelta, curioso, cosmopolita e, al tempo stesso, conoscitore attento della provincia, amante di tutti gli aspetti dell’esistenza, vissuta con passione, anche quando era turbata da dubbi e contrasti morali. “Non il piacere di vivere, ma la gioia; – ha scritto Natalia Ginzburg – il piacere di vivere è quello del turista che visita i luoghi del mondo, ne vede le piacevolezze e le offerte, ma trascura o rifugge gli aspetti vili, o malati, o crudeli; la gioia di vivere non rifugge nulla e nessuno: contempla l’universo e le esplora in ogni sua miseria e lo assolve”. Un tributo, quello di Pier Franco Quaglieni che vuole rendere giustizia a una creatività multiforme, anticipatore di una fruibilità dell’informazione a portata di tutti. Una descrizione resa con la leggerezza dello scrittore esperto, con la sensibilità dell’amico, con l’acutezza del saggista che cerca riscontri e prove. Un grande lavoro di sintesi dell’autore, sia per la vastità degli interessi di Soldati e quindi delle sfaccettature della sua personalità, sia per i giudizi eterogenei, spesso contrastanti, che hanno contraddistinto il dibattito culturale. Una lettura scorrevole, senza confini di tempo e di argomenti che ci restituisce un uomo moderno, a suo modo profetico, avendo colto o anticipato alcune delle caratteristiche più evidenti della nostra attualità, il predominio dei mezzi di comunicazione visiva, l’egemonia dell’immagine, la riscoperta delle radici popolari e identitarie, la memoria delle tradizioni rappresentate dai piatti tipici e dalla vita dei borghi, l’idea del viaggio, del movimento, in cui il paesaggio è protagonista nella scrittura e nel cinema. Le persone comuni, più della critica letteraria, lo ricordano per le sue vivaci trasmissioni dedicate alla gastronomia, i suoi I racconti del maresciallo, le sue spiritose cronache sportive, la predilezione per i sigari toscani, il gusto del buon cibo, l’amore per i luoghi del cuore, Torino e la Liguria. Le pagine di Pier Franco Quaglieni ci riportano un gentiluomo e un intellettuale di razza e una lezione che non è mai una paternale ma il distillato di una saggezza antica, l’attenzione costante a ciò che ci circonda poiché scriveva Soldati: “Quando riusciamo a vedere la bellezza, essa è sempre perduta”.