Consumi, meno soldi nelle tasche degli italiani: il Natale diventa più sostenibile

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Sotto l’albero di Natale, le famiglie italiane si ritrovano un po’ cambiate da com’erano all’inizio degli anni Dieci: ora hanno meno soldi in tasca e sono più attente. Ma non solo al portafogli. Se il consumismo ha ceduto un po’ per mancanza di risorse infatti ne ha guadagnato anche l’attenzione alla sostenibilità, all’ambiente e alla qualità dei prodotti che mettono in tavola. Secondo le stime di Confartigianato la spesa alimentare raggiungerà 15 miliardi a dicembre, dei quali 6,4 miliardi saranno dedicati alle specialità di imprese artigiane. Si tratta di una scelta precisa per famiglie che – come mostra l’indagine di Confesercenti e Swg – spesso fanno fatica ad arrivare a fine mese. Una su quattro ritiene i prezzi un elemento di massima preoccupazione: erano solo il 15% nel 2010. Rispetto all’inizio del decennio, del resto, la percentuale di famiglie che ritiene di vivere agiatamente o senza problemi con il proprio reddito è scesa dal 52 al 41%, secondo l’indagine. Allo stesso tempo, la percentuale di famiglie che ha difficoltà a far quadrare i conti è salita dal 31 al 43%. Così, per la prima volta, la percentuale di chi sente come insufficiente il proprio reddito supera la quota di chi lo ritiene adeguato. La situazione economica ha conquistato il primo posto tra le preoccupazioni sui grandi temi sociali (la indica 42% delle famiglie), prendendo il posto della criminalità (passata dal 53% del 2010 al 24%) e dell’immigrazione (calata dal 28% al 18%). L’altra questione che si imposta al centro dell’agenda è l’ambiente, con la quota delle famiglie che vi prestano grande attenzione più che raddoppiata in nove anni, dal 17% al 36%. Negli anni Dieci si è poi consolidata una nuova tradizione: il viaggio di Natale, che vedrà partire oltre 19 milioni di italiani, quasi il doppio rispetto al 2010, con un occhio alle offerte low cost. Il budget delle vacanze, infatti, si è ristretto di circa il 15% dal 2010 a 683 euro a persona. L’Italia resta la destinazione più gettonata, ma crescono dal 6 al 19% le altre mete in Europa. È cambiato anche il modo in cui va a caccia di regali. L’ecommerce si è affermato sempre di più (è passato dal 10% del 2010 al 32% delle preferenze), a discapito dei centri commerciali (scesi dal 49% al 25%). Un pò a sorpresa, negozi classici e mercatini hanno resistito e si sono trovati al primo posto per l’acquisto dei doni (con il 39% delle scelte). Per i regali di Natale, continua a vincere la tradizione, e ol contenuto dei pacchetti è simile a quello del 2010 con al primo posto vestiti e accessori (segnalati dal 37%), poi libri (35%) e regali enogastronomici (32%). Iniziano a diffondersi di più, però, prodotti hi tech e videogiochi (con circa il 30%). A tavola o come regali, secondo l’analisi di Confartigianato, i prodotti gastronomici artigianali più acquistati a dicembre sino formaggi e latticini con un valore di 911 milioni, seguiti da salumi (742 milioni), pane (695 milioni), pasticceria e dolci tipici (644 milioni). La Lombardia spicca come regione «più golosa» con una spesa in alimenti e bevande prevista per le ricorrenze di fine anno di 1,2 miliardi. Seguono il Lazio (638 milioni), Campania (537 milioni), Piemonte (530 milioni), Emilia-Romagna (524 milioni) e Veneto (507 milioni).