New Yorker e Telegraph: la stampa anglosassone sceglie Matera

Matera che rinasce dopo secoli di abbandono e un invito esplicito a visitarla. Questi, in sintesi, i punti salienti dei due reportage, offerti ai propri lettori dal New Yorker e dal Matera che rinasce dopo secoli di abbandono e un invito esplicito a visitarla. Questi, in sintesi, i punti salienti dei due reportage, offerti ai propri lettori dal New Yorker e dal Telegraph, sulla Città Capitale europea della cultura per il 2019. Sul Telegraph, l ‘inviato T.Max, nel suo nel suo articolo: “A cave with a view” (Grotta con vista,) spiega che il declino di Matera ebbe inizio nel 1806. Fu in quell’anno, infatti, che Giuseppe Bonaparte decise di spostare la sede del governo regionale da Matera a Potenza. Descrive poi, in un breve passaggio, la sua “storia antropologica” sviluppatasi nei secoli intorno a quei nuclei primordiali che erano per i materani “ i vicinati”. Per tutto l’Ottocento, i Sassi non subirono grandi trasformazioni. Fu nel 1902, nella sua storica visita in Basilicata, che Giuseppe Zanardelli, da Presidente del Consiglio , sollecitò la costruzione di opere pubbliche e della ferrovia, per collegare la città al resto del mondo. Nel 1926,­ aggiunge ancora il Telegraph ­ il grande archeologo e meridionalista Umberto Zanotti Bianco rimase impressionato da quel paesaggio che lui stesso definì “un enorme girone dantesco” . Fu Carlo Levi, nel suo libro “Cristo si è fermato a Eboli” a far conoscere all’Italia e al mondo, le condizioni di povertà e di isolamento in cui viveva non solo Matera, ma gran parte della Basilicata. Con de Gasperi e il Piano Marshall, la Città dei Sassi incominciò a rinascere e a svelare a tutti le sue bellezze e i tesori nascosti. Morale della favola? Visitate Matera, è una tappa di un viaggio in Italia, da non perdere assolutamente. Il perchè è ben spiegato: il viaggio che farete, vi offrirà non solo la visione di una bella città ma potrete ammirare un sito artistico, archeologico e urbanistico, unico al mondo. Non mancano, poi, i riferimenti alle curiosità e alle attrazioni: i laboratori degli artisti che fanno i cucù, quei fischietti a forma di uccellini; i ristoranti, i negozi e gli alberghi ricavati proprio nelle grotte di tufo. E soprattutto vengono segnalati alcuni itinerari dentro i Sassi, così suggestivi ed emozionanti , alla ricerca di atmosfere, scorci e attrazioni che tanto hanno contribuito alla sua “incoronazione” a Capitale della Cultura Europea per il 2019. In poche parole, non solo arte e paesaggio per chi visita Matera. Ci sono tante altre piccole, divertenti curiosità: giocare a minigolf in un sotterraneo; provare la cucina povera nei nuovi ristoranti: ceci, fave e peperoni cruschi, oppure una deliziosissima specialità chiamata “ciallèdd”, che coniuga uova, pane e fiori che crescono nella vicina Murgia e un invito a decifrare il logo ufficiale di Matera 2019: sei rami che riportano alla conformazione della città vecchia o all’intricato sistema di acque. E infine un riferimento alla sue bellissime chiese rupestri. Ce ne sono più di 150, nascoste tra i Sassi e la campagna circostante. Molte contengono alcuni dei più antichi affreschi d’Italia . Le grotte erano rimaste abbandonate da quando la città si era ampliata negli anni sessanta, ma oggi circa 2.000 persone sono tornate, insieme a caffè, gallerie d’arte, ristoranti e, soprattutto, hotel, scatenando una rinascita delle fortune di Matera. Una città che evoca un’ affascinante “visione medievale” con i suoi vicoli, le piazze e piazzette, le chiese rupestri e i suoi grandi e piccoli slarghi di luce. Una visione mozzafiato su un paesaggio sospeso nel vuoto e nel tempo . Che incanta i suoi ospiti, come poche città al mondo riescono a fare.