Calo dell’euro, il made in Italy vola in Usa

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Dopo un inizio d’anno caratterizzato da segnali di rallentamento, a febbraio l’Italia registra la migliore performance esportativa rispetto ai principali competitor europei: più 2,5 per cento a gennaio, nei dati destagionalizzati, Dopo un inizio d’anno caratterizzato da segnali di rallentamento, a febbraio l’Italia registra la migliore performance esportativa rispetto ai principali competitor europei: più 2,5 per cento a gennaio, nei dati destagionalizzati, mentre la Germania si ferma ad un incremento dell’1,5 per cento, i francesi all’1,4 e il Regno Unito allo 0,8. Anche il saldo segna la crescita maggiore, con un aumento solo in un mese di quasi 700 milioni di euro. “Come rivelano i dati di febbraio e come già avevamo segnalato nei mesi scorsi – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero -, si iniziano a sentire gli effetti del progressivo indebolimento dell’euro sul dollaro. A questo va aggiunto, ancora una volta, il ruolo di traino dei beni strumentali, che rappresentano ben il 73% dell’attivo Made in Italy all’estero. Sono questi i prodotti che, attraverso l’inserimento all’interno delle catene produttive locali, continuano a conquistare importanti fette di mercato”. Riguardo i mercati di destinazione, sono sempre gli Usa a farla da padrone: rispetto a febbraio 2014, le vendite nel Paese risultano quasi raddoppiate. Preoccupa invece, sul fronte Ue, la riduzione delle esportazioni con la Germania e la Francia.