Indagini sulla sanità, il legale degli agenti: Estranei ai fatti

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“L’estraneità ai fatti contestati ai tre agenti di polizia è già emersa davanti al gip in fase cautelare in cui le accuse formulate a loro carico sono state ritenute del tutto infondate”. Così l’avvocato Sergio Pisani, legale dei tre poliziotti per i quali la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’indagine dei pm Celeste Carrano, Francesco Raffaele e Henry John Woodcock sulla Romeo Gestioni spa. Ai tre agenti gli inquirenti contestano anche di avere fornito dietro presunte promesse di posti di lavoro, informazioni investigative segrete al manager Ciro Verdoliva, all’epoca dei fatti direttore all’ospedale Cardarelli di Napoli. “La loro innocenza era già emersa nel provvedimento con il quale il gip ha rigettato le misure cautelari – spiega Pisani – il giudice infatti scrive che ‘…in nessun passaggio delle intercettazioni vi è la rivelazione di notizie riservaté, e gli agenti commentano con Verdoliva una serie di vicende, anche attinenti alle indagini che la Procura stava svolgendo sul ‘Cardarelli’, ma sulla base di informazioni non acquisite nella veste di pubblici ufficiali, ma, in parte, sulla base di informazioni messe a loro conoscenza proprio da Verdoliva”. “Infine, scrive ancora il Giudice, – dice ancora Pisani – ‘l’assenza di qualsiasi rivelazione…determina di conseguenza anche la non configurabilita’ di alcun tipo di utilità data o promessa da parte degli agenti di PS al dirigente sanitario, il che esclude del tutto la configurabilità del reato di corruzioné”. “Le indagini difensive svolte in questi mesi – fa sapere ancora Pisani – hanno inoltre dimostrato che gli accessi ai terminali di PS erano dovuti ad una delicata attività investigativa condotta dai tre poliziotti a causa delle gravi minacce ricevute dal Verdoliva nei cui confronti infatti la Questura di Napoli aveva disposto misure a salvaguardia della sua incolumità”. Il manager Ciro Verdoliva infatti, ha denunciato più volte vicende riguardanti presunte pressioni subìte al Cardarelli da dipendenti di ditte di pulizie e anche un rappresentante sindacale, pressioni che poi sono diventate minacce anonime e non, nei suoi confronti e dei suoi familiari. “Quelli che vengono definiti dai pm accessi abusivi alle banche dati delle forze dell’ordine, – spiega ancora il legale – erano in realtà accessi legittimi in quanto gli agenti stavano eseguendo un’attività investigativa a seguito di una denuncia iscritta a modello 21 bis che nei procedimenti di competenza del giudice di pace penale può essere svolte anche su iniziativa dalla polizia giudiziaria. In sostanza – conclude l’avvocato Pisani – agli inquirenti manca un tassello fondamentale dell’attività svolta dai 3 poliziotti”.