Minaccia gabbiani? Si risolve così
A Napoli il primo progetto pilota

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Il nostro metodo permette di gestire la convivenza con i gabbiani aggressivi e di prevenire che questi tornino a nidificare sui balconi e terrazzi dove siamo Il nostro metodo permette di gestire la convivenza con i gabbiani aggressivi e di prevenire che questi tornino a nidificare sui balconi e terrazzi dove siamo intervenuti. Ora, però, abbiamo bisogno di entrare in sinergia con le amministrazioni comunali: il nostro successo è completo solo se inserito in politiche più ampie di amministrazione del territorio”. Così Sergio Sorrentino, presidente dell’Ambito Territoriale della Caccia di Napoli, commenta l’inaugurazione della stagione 2015 di Sos Gabbiani, il primo progetto in Italia di assistenza ai cittadini angustiati dalla presenza di gabbiani minacciosi. Il numero uno dell’Atc, ente che promuove l’iniziativa, tira il bilancio delle attività del 2014 e lancia la sfida per il futuro. “Abbiamo ricevuto richieste di aiuto da persone in apprensione per sé e per i propri animali domestici – racconta Sorrentino –. Abbiamo colmato un vuoto, perché nessun ente in particolare è responsabile della gestione della popolazionedi gabbiani in ambito urbano. Il nostro progetto è improntato all’azione, per andare avanti abbiamo bisogno della risposta delle istituzioni”. Il lancio della stagione 2015 è anche occasione per la presentazione presso il chiostro di Santa Maria la Nova di “SosGabbiani – Gestire la convivenza con il Gabbiano Reale” (Ad Est dell’Equatore editore), volume che raccoglie l’esperienza sul campo del progetto Sos Gabbiani e che offre un utile vademecum per chi si trova con un nido di gabbiani nelle pertinenze. “Il nostro modello di intervento si è rivelato utile per risolvere il problema dei singoli cittadini e rispettoso per gli animali – spiega Fabio Procaccini, vicepresidente Atc, delegato Lipu e responsabile del progetto Sos Gabbiani –. Installiamo dissuasori che consentono alle persone di vivere liberamente i propri spazi e ai volatili di crescere i propri piccoli fino allo svezzamento”. L’intervento sul sito prevede due fasi: la gestione della coabitazione con la coppiagià insediata di volatili (che in difesa del nido assume atteggiamenti aggressivi verso tutto ciò in cui vede una minaccia) e l’azione preventiva di predisposizione degli spazi in modo che non risultino più appetibili per i gabbiani. “I risultati ci dicono cheil nostro metodo funziona – prosegue Procaccini –. Mettiamo le nostre conoscenze a disposizione delle amministrazioni in vista di protocolli d’intesa e convenzioni. Potremmo formare il personale o i volontari della Protezione Civile”. “La proliferazione dei gabbiani in ambito urbano – afferma Luigi Esposito, docente di Gestione delle Risorse Faunistiche della Federico II di Napoli – dipende anche e soprattutto da questioni relative all’amministrazione del territorio. Molto incide il ciclo dei rifiuti, ad esempio: la possibilità di trovare nella mondezza grandi risorse di cibo permette ai gabbiani di vivere in città in maniera agiata. Sos Gabbiani è un’iniziativa meritoria, capofila in Italia e replicabile nella gestione di altri animali selvatici. Ora c’è da aspettarsi la risposta delle istituzioni”. E’ il Comune di Portici il primo ad aprire a ipotesi di collaborazioni. “Ci siamo resi conto di quanto la presenza dei gabbiani sia un problema dal grande impatto emotivo sulla popolazione – racconta Nicola Marrone, primo cittadino del comune vesuviano –. Le persone si spaventano. Abbiamo dovuto chiudere al pubblico alcune ville dove avevano nidificato gabbiani. Stiamo studiando iniziative pubbliche con la cittadinanza per affrontare il tema dei gabbiani”.