Vincenzo Romano, anniversario della canonizzazione: Torre del Greco festeggia il parroco santo

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Nell’ambito delle celebrazioni per il primo anniversario della canonizzazione, venerdì 11 ottobre, alle ore 18.30, presso l’auditorium della Banca di Credito Popolare in Torre del Greco, si svolge il convegno San Vincenzo Romano. Storia, uomini e fatti, patrocinato tra gli altri dalla sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
In un tempo di “crisi e cambiamento” e di una “Chiesa in uscita”, la comunità della città del corallo, nella sua componente civile e religiosa, vuole dedica un momento di riflessione alla preziosa eredità e all’esempio di vita lasciatole dal suo Parroco Santo. Una serata in cui converranno amministratori, uomini e donne impegnati nella cultura e nell’educazione, sacerdoti, operatori pastorali e il popolo di San Vincenzo Romano, per raccogliere ancora una volta l’invito fatto da Giovanni Paolo II nella sua storica visita a Torre del Greco nel 1990: «riprendere ancora oggi il suo programma pastorale, per inserirlo nelle moderne tensioni sociali con il suo stesso fervore e con la sua medesima passione».
Dopo i saluti del presidente della Banca di Credito Popolare Mauro Ascione, del sindaco Giovanni Palomba e del parroco di Santa Croce Giosuè Lombardo, interverranno come relatori il giornalista Giuseppe Sbarra, il professore don Francesco Asti, Decano della sezione San Tommaso della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la professoressa Vittoria Ferrandino, docente di storia economica presso l’Università del Sannio, e il professor Giuseppe Falanga, teologo e direttore delle pubblicazioni del Polo Teologico di Capodimonte.
«Con grande piacere abbiamo concesso il patrocinio a questa importante iniziativa e io stesso vi partecipo dando il mio contributo – ha affermato il Decano don Francesco Asti –. La Facoltà di Teologia è da sempre il principale luogo di cultura della Chiesa di Napoli e collaborare per l’approfondimento degli studi su una figura di così grande di santità, qual è Vincenzo Romano, è per noi un piacevole dovere». «Il pensiero che ha dominato il lavoro di preparazione al Convegno – ha dichiarato don Giosuè Lombardo – è stato quello di non compiere un atto formale. Sono convinto, invece, che questo momento di approfondimento della figura del nostro Parroco Santo possa rappresentare un’occasione proficua per infondere nuovo slancio al cammino ancora da percorrere per una maggiore conoscenza della sua opera e del suo messaggio ben oltre i confini della nostra città». «Non è certo la prima volta – ha commentato il professor Falanga – che si tiene un convegno su Vincenzo Romano: la comunità ecclesiale di Torre del Greco già negli anni 1983, 1993, 1997 e 2003 ha focalizzato l’attenzione sui diversi aspetti della personalità del suo più illustre figlio e sul contesto storico in cui visse e operò. Questa volta lo scopo è di fare grata memoria di quelli che ci hanno preceduto e proiettarci verso il futuro degli studi su San Vincenzo».

La vita e le opere
Vincenzo Romano è il primo parroco italiano del clero secolare elevato agli onori degli altari. Nato nel 1751 a Torre del Greco da una famiglia modesta, ma ricca di fede, fin da piccolo voleva consacrarsi al sacerdozio. Inizialmente la sua domanda per entrare in seminario fu contrastata, ma poi venne accolta. Durante gli anni di studio, nei quali diede ottima prova, ebbe occasione di ascoltare le prediche di Sant’Alfonso M. de Liguori e di seguire i consigli spirituali del Beato Mariano Arciero. Ordinato sacerdote nel 1775, tornò nella città natale, dalla quale non si mosse più, abitando la casa paterna nella quale è tuttora visitabile la stanza che occupò fino alla morte. Pieno di fervore apostolico, aprì una scuola per ragazzi, che poi fu estesa agli aspiranti al sacerdozio; svolse con zelo e con totale disinteresse vari ministeri e fu particolarmente assiduo nella predicazione. Ogni giorno faceva catechismo in parrocchia e istituì la “sciabica”, cioè una forma di predicazione all’aperto che si concludeva portando in chiesa i fedeli avvicinati. Quando, nel 1794, una terribile eruzione del Vesuvio devastò la cittadina distruggendo la chiesa parrocchiale di Santa Croce, “Don Vicienzo” (così chiamato affettuosamente dal popolo) si impegnò attivamente nella sua ricostruzione, che si sarebbe conclusa nel 1827. Instancabile in ogni forma di attività pastorale, dormiva non più di cinque ore e riceveva i bisognosi in qualunque ora del giorno e della notte. Si devono inoltre a lui un libricino sul modo pratico di ascoltare con frutto la Santa Messa e uno sul Rosario meditato. Teneva il ritiro spirituale al clero ogni primo lunedì del mese e fu un esemplare apostolo della Confessione e dell’Adorazione eucaristica. Curò in particolare l’assistenza spirituale ai pescatori di corallo, che costituivano la maggioranza della popolazione maschile di Torre del Greco. Vincenzo Romano morì il 20 dicembre 1831 per una polmonite. Fu beatificato nel 1963 da Paolo VI, che lo definì «precursore della carità sociale nella Chiesa dei nostri giorni». È stato canonizzato da papa Francesco il 14 ottobre del 2018.