Diplomazia croata in fermento per la statua di D’Annunzio a Trieste

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In foto Adriano Chiodi Cianfarani

La Croazia boccia la statua che ritrae Gabriele D’Annunzio, inaugurata in piazza della Borsa a Trieste nel centenario dell’occupazione di Fiume, l’attuale Rijeka. La presidente croata Kolinda Grabar Kitarovic ha risposto alla cerimonia con un tweetscandalizzato, che definisce l’opera “un monumento alla dissoluzione” e “inaccettabile”, in quanto “esalta l’irredentismo e l’occupazione”.

Anche il ministero degli Esteri della Croazia è intervenuto nella protesta, consegnando una nota verbale all’Ambasciatore italiano Adriano Chiodi Cianfarani. La comunicazione diplomatica precisa che “sebbene si sia trattato di una decisione delle autorità locali e non nazionali, l’inaugurazione della statua, come il ricordo dell’anniversario dell’occupazione di Rijeka in alcune altre città italiane, non solo mina le relazioni amichevoli e di buon vicinato tra i due Paesi, ma è anche il riconoscimento di un’ideologia e di azioni che sono in profondo contrasto con i valori europei”.

Peccato che molti si sono dimenticati che D’Annunzio non è un simbolo politico ma un artista e uno scrittore che la storia ha riversato nell’istruzione scolastica, e la stessa ha restituito alla cultura filosofica e senza inneggiare a valori nazionalistici o di contrasto con l’Europa. Se la cultura che rappresenta un principale veicolo di comunicazione diplomatica può essere di imbarazzo per l’Europa, lo si deve vedere in altri canali che preoccupano la quiete sociale e l’educazione dei nostri figli.

Nella nota si può leggere quindi anche un chiaro riferimento alle celebrazioni del centenario dell’”impresa di Fiume”, organizzate dalla Regione Abruzzo e fortemente volute dalla maggioranza di Fratelli d’Italia, guidata da Massimo Marsilio.

Molte proteste sono giunte anche da semplici artisti che non hanno apprezzato la statua in se e per se senza valutare il riferimento politico dell’evento: il colore marrone per l’intera statua non è andata giù a molti artisti che non intravedono in questa realizzazione ciò che la celebrazione doveva e voleva celebrare tra la gente. In realtà proprio il colore e la posa del busto ricorda vagamente i bronzi e quelle ceramiche pesanti che si usavano tra la fine dell’ottocento e i primi trenta anni del novecento, e che nella loro singolare trasposizione sembrano viaggiare nel tempo e infondere un simbolo di comunicazione e cultura tra i popoli, che prima tra tutti sta significando il mezzo diplomatico per un contatto vero fatto sull’insegnamento dei valori di un popolo.

La replica del sindaco di Trieste e Giorgia Meloni – Il sindaco di Trieste Roberto DiPiazza, alla guida della giunta di centrodestra, è sembrato indifferente alle critiche. “Come sindaco di Trieste ho sentito il dovere di omaggiare un grande italiano, un grande poeta, un grande letterato come Gabriele d’Annunzio, che ha vie, piazze e scuole che lo ricordano in tutto il Paese”, ha scritto su Facebook. Anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si è dichiarata entusiasta: “L’inaugurazione a Trieste di una statua dedicata a Gabriele D’Annunzio nel centenario dell’impresa di Fiume e’un’iniziativa estremamente importante perché rende onore a un grande italiano che ha segnato la storia”, ha commentato su Twitter, congratulandosi con la giunta DiPiazza.

Rumours praticamente inutili mentre il vero irredentismo sociale si è amalgamato tra il movimento degli Skinheads che non hannomancato di celebrare il centenario. Alcuni manifesti, inneggianti all’annessione di Fiume all’Italia e contrassegnati con la sigla ‘Vfs’ (Veneto fronte skinheads), sono stati affissi ieri notte alla sede del Consolato di Croazia a Trieste. Gli stessi manifesti sono comparsi anche sui muri di altre città italiane, tra le quali Verona, Padova e Bolzano.