Aiib, aderiscono i big Ue e Obama si irrita

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A cura di Antonio Arricale La Gran Bretagna decide a sorpresa di partecipare al finanziamento dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), l’alternativa asiatica alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale voluta dalla A cura di Antonio Arricale La Gran Bretagna decide a sorpresa di partecipare al finanziamento dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), l’alternativa asiatica alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale voluta dalla Cina per sostenere gli investimenti infrastrutturali, e si trascina dietro anche Italia, Francia e Germania. E si tratta di “una sfida dell’Europa agli Stati Uniti”, anzi, “all’amministrazione Obama, già fortemente irritata per la mossa del Regno Unito”, sostiene il Financial Times, che ha riportato la notizia. L’adesione all’Aiib del Regno Unito era stata data dal Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, che aveva spiegato come questa iniziativa fosse finalizzata a saldare il legame economico tra la Gran Bretagna e i mercati a più veloce tasso di crescita. Londra sarebbe dunque la prima, ma non l’unica economia “occidentale” a partecipare a questa istituzione, seguita, in questo passo, come si è detto, anche dai tre principali Paesi fondatori dell’Unione Europea. Da qui, secondo gli economisti, prima un certo fastidio e poi addirittura una certa irritazione dell’amministrazione Usa. L’AIIB è stata lanciata da Pechino (che ne ospiterà la sede) lo scorso anno per rivitalizzare gli investimenti in alcuni settori-chiave quale quello dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni. Partirà con una dotazione di capitale pari a 50 miliardi di dollari. Per ora hanno già aderito 19 paesi asiatici, tra cui alcuni – oltre ai già citati europei – Paesi big come Singapore, Malesia e Vietnam. Dall’iniziativa si sono invece chiamati fuori i tradizionali alleati USA del Pacific Rim, quali Australia e Giappone. Borse asiatiche Borse asiatiche positive questa mattina, animate dalla possibilità di un nuovo intervento da parte della Cina a sostegno dell’economia, in attesa di capire quali saranno le dec isioni della Fed in materia di tassi di interesse. A Tokyo il Nikkei ha chiuso con un progresso attorno al punto percentuale, toccando nuovi massimi da inizio anno. Rialzo superiore al 2 per cento per Seoul, Shanghai guadagna lo 0,9% circa mentre Hong Kong si muove in territorio negativo cedendo qualche decimo di punto percentuale. In ambito macroeconomico da segnalare che la Bank of Japan (BoJ) ha confermato ancora una volta le sue politiche monetarie. E ancora una volta, nell’ultima due giorni del board dell’istituto centrale nipponico sulle politiche valutarie, è stato mantenuto il piano di quantitative easing (riacquisto di asset per 80.000 miliardi di yen, pari a 620 miliardi di euro, l’anno), approvato con otto voti favorevoli e uno contrario. La BoJ non ha modificato significativamente il suo outlook sull’economia del Sol Levante, confermando il costante seppure mo derato miglioramento della congiuntura. Si allontana però sempre di più il target d’inflazione al 2%. Nel breve, infatti, la crescita dei prezzi core, al netto dell’impatto dell’aumento dell’imposta sui consumi, è vista allo 0-0,5% dallo 0,5% stimato nel precedente meeting. A causa del declino dei prezzi per l’energia l’inflazione core annua è attesa allo zero nel breve periodo. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto giapponese il dato finale di gennaio dell’indice anticipatore si attesta a 105,5 punti, rivisto al rialzo dalla lettura preliminare di 105,1 (valore coincidente con le attese degli economisti) da 105,8 punti di dicembre. L’indice di coincidenza si è invece attestato a 113,3 punti in gennaio, livello più alto dai 114,5 punti del marzo 2014, rivisto al rialzo dalla lettura preliminare di 113,0 punti. In dicembre la lettura era stata di 110, 9 punti. Crescono anche in febbraio, seppur di poco, gli investimenti esteri diretti in Cina. Secondo i dati diffusi dal ministero del Commercio, infatti, lo scorso mese Pechino ha attratto 8,56 miliardi di dollari di investimenti dall’estero, in progresso dello 0,9% rispetto al febbraio 2014. Dato che è significativamente inferiore rispetto ai 13,92 miliardi di dollari, per una crescita annua del 29,4%, registrati in gennaio. Va considerato, però, che i dati relativi ai primi due mesi dell’anno sono sempre molto volatili a causa delle celebrazioni del Capodanno lunare che fermano per un’intera settimana l’economia di Pechino. Complessivamente la crescita annua è stata del 17% nei primi due mesi dell’anno. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto rialzo grazie al calo del dollaro e ad alcune notizie sul fronte M&A. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,29%, l’S&P 500 l’1,35% e il Nasdaq Composite l’1,19%. Inoltre i negativi dati macroeconomici pubblicati in giornata hanno aumentato le possibilità di uno slittamento dell’incremento dei tassi da parte della Fed. L’indice Empire State manufacturing di marzo è calato a sorpresa a 6,9 punti da 7,8 punti del mese precedente. Gli economisti avevano previsto un incremento a 8,5 punti. Nel mese di febbraio la Produzione Industriale ha evidenziato un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato inferiore alle stime degli addetti ai lavori (pari a +0,2%), in crescita dal dato precedente pari a -0,3%. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 78,9%, in calo dal 79,1% della rilevazione precedente. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse. Il Cac40 di Parigi guadagna lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,3%. Invariato l’Ibex35 di Madrid mentre il Dax30 di Francoforte cede lo 0,2%. Italia Il Ftse Mib segna -0,19%, il Ftse Italia All-Share -0,19%, il Ftse Italia Mid Cap -0,15%, il Ftse Italia Star +0,26%. Bancari in lieve flessione: l’indice FTSE Italia Banche e l’EURO STOXX Banks segnano -0,3%. In rosso troviamo BPER (-1,1%), UBI Banca (-0,9%), BP Milano (-0,9%). In base all’ultimo rapporto ABUI, a gennaio le sofferenze lorde delle banche sono salite a quasi 185,5 miliardi, dai 183,7 di dicembre 2014. Arretra anche Azimut (-2% a 25,59 euro) che ieri ha toccato il nuovo massimo storico a 26,22 euro, sopravanzando il precedente a 25,9160 toccato a inizio aprile 2014. Correggono i titoli del settore lusso dopo il rally di ieri. In flessione soprattutto Moncler (-1,2%) e Moleskine (-0,7%). Fa eccezione Salvatore Ferragamo (+0,5%) Molto bene Mediaset (+1,9% a 4,31 euro): gli analisti di Natixis hanno promosso il titolo a BUY da NEUTRAL e hanno portato il prezzo obiettivo a 5 euro da 3 euro. Sale anche Campari (+1,2% a 6,59 euro) sempre grazie a Natixis che migliora la raccomandazione sul titolo a BUY da NEUTRAL con il target price che sale a 7,9 euro da 6 euro. Eni (+0,9%) e Saipem (+1,1%) tentano un timido rimbalzo dopo le pesanti flessioni delle ultime due sedute. Lieve recupero anche per il greggio dai minimi di ieri. L’indice EURO STOXX Oil & Gas segna +0,9% circa. In verde FCA (+0,8%) che a febbraio in Europa ha fatto segnare un +11,2% a/a nelle vendite, meglio del mercato (+7%). La quota sale al 6,9 per cento, in aumento sia rispetto al 6,6 per cento di un anno fa, sia in confronto al 6,2 per cento di gennaio 2015. Ottimo avvio per Ascopiave (+4,3%) che ha comunicato di aver chiuso il 2014 con utile netto consolidato pari a €37,3 milioni, sostanzialmente in linea con il 2013 (€41,0 milioni), ma dividendo proposto pari a €0,15 per azione, in aumento del 25% rispetto al 2013 (Euro 0,12), record nella storia della società. Acquisti su Esprinet (+3,1%) il cui cda ha approvato il bilancio 2014 con margini reddituali e utile lievemente inferiori a quelli comunicati in via preliminare il 12 febbraio (utile netto €26,8 milioni contro €27,2 milioni). Il board ha proposto un dividendo di 0,125 euro per azione. E’ stato inoltre ripristinato integralmente a 75,6 milioni di euro, con una rivalutazione di €13,7 milioni, il valore della partecipazione in Esprinet Iberica. I ricavi del Gruppo nelle prime 10 settimane del 2015 sono risultati in aumento di oltre il +20% rispetto all’analogo periodo: per l’esercizio in corso si prevede una significativa crescita dei ricavi dell’anno precedente.


I dati macro attesi oggi Martedì 10 marzo 2015 04:00 GIA Riunione BoJ; 04:00 GIA Intervento Kuroda (BoJ); 06:00 GIA Indice anticipatore (finale) gen; 11:00 EUR Inflazione (finale) feb; 11:00 EUR Occupazione T4; 11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) mar; 13:30 USA Licenze edilizie feb; 13:30 USA Nuovi cantieri residenziali feb.