Gli Emirati amano il Made in Italy: le opportunità per le Pmi in vista di Expo Dubai 2020

494
In foto Paolo Glisenti durante il suo intervento

Una via preferenziale verso i Paesi del Golfo, un canale privilegiato per introdurre le aziende del Made in Italy nel mercato degli Emirati Arabi. Ecco che cosa rappresenta per gli imprenditori italiani il Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Italy: una nuova opportunità di business. E allora non poteva esserci palcoscenico migliore di Farete, manifestazione organizzata da Confindustria Emilia che da otto anni raduna imprese e professionisti attorno a un unico tavolo per parlare di nuovi mercati da esplorare e nuove opportunità di crescita, per presentarsi al pubblico e illustrare il proprio progetto. La propria realtà. Una presentazione avvenuta in grande stile, sul Palco principale del Padiglione 16 di BolognaFiere, attraverso l’incontro “Gli Emirati amano il made in Italy: formule vincenti per business di successo”, promosso dal Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Italy e organizzato in collaborazione con il Coordinamento territoriale degli Ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili dell’Emilia-Romagna (Coder), che lo scorso 12 luglio ha firmato un accordo con il Private Office per attivare un Desk di consulenza altamente specializzata.
Il primo a prendere parola durante l’incontro moderato da Giorgio Nadali, giornalista esperto di economia e intercultura mediorientale, è stato Paolo Glisenti, Commissario generale per l’Italia dell’Expo 2020 Dubai: “Abbiamo ufficializzato la collaborazione con il Private Office di Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum che garantirà la presenza del Desk EAU all’Expo 2020, così da facilitare l’efficacia dell’ingresso nel mercato mediorientale delle aziende italiane che parteciperanno all’evento. Obiettivo della partecipazione italiana a Expo 2020 Dubai è anche quello di presentare opportunità per l’attrazione di investimenti in Italia e verso le imprese italiane, soprattutto le piccole e medie imprese innovative che potranno presentarsi con noi sui mercati del Medio Oriente e della Penisola araba con le loro competenze. Gli investimenti esteri in Italia superano di poco i 320 miliardi di euro, una quota ancora troppo bassa se paragonata agli altri Paesi industriali. Expo 2020 Dubai rappresenta in questo senso una straordinaria occasione non soltanto per il Made in Italy, che cerca occasione di promozione dell’export, ma anche del Made with Italy, che mira a trovare partnership e collaborazioni. ‘La bellezza che unisce le persone’ sarà il tema dell’Italia all’Expo di Dubai che, lo ricordo, sarà incentrato sulla connessione degli elementi e dei saperi che generano futuro tra sviluppo sociale, economico e culturale. L’Emilia Romagna, che oggi ci ospita qui a Bologna nell’ambito di Farete, è un modello dell’integrazione tra competenze formative, educative, produttive e tecnologiche in Italia. Il nostro Padiglione sarà realizzato con il contributo di grandi, piccole e medie imprese che forniranno componenti edilizie e architettoniche, manufatti e sistemi di digitalizzazione. Prodotti innovativi ma ancora a livello sperimentale che, partecipando a Expo 2020, saranno poi brevettati. Pensiamo sia un modo per far parlare delle grandi capacità produttive che caratterizzano le imprese italiane”.

Il private office e le aziende
Ma che cosa fa esattamente il Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Italy per facilitare l’ingresso e lo sviluppo di aziende straniere nel mercato degli Emirati Arabi Uniti? Innanzitutto verifica, di concerto con l’imprenditore, le opportunità di costruire un business case appetibile e concreto. Poi accompagna l’impresa nella valutazione del progetto. Valutazione che viene completata dal Comitato Esecutivo del Private Office sulla base di un dossier aziendale necessario a entrambe le parti per sottoscrivere un eventuale accordo preliminare alla base del piano operativo di sviluppo del business negli Emirati Arabi.
Per rendere possibile tutto questo il Private Office si avvale di un pool di professionisti specializzati in internazionalizzazione che, basandosi su competenze specifiche, illustra alle aziende le possibilità di business e l’iter procedurale, garantendo loro l’accesso alle principali opportunità pubbliche e private e fornendo un supporto specifico di Business Development. Ed è qui che diventa determinante il ruolo di R&P Consulting, studio di consulenza aziendale con sede a Modena che dal 1979 lavora per supportare le imprese nella crescita, migliorandone le performance, la redditività e la competitività. La realtà emiliana si pone come garante e “intermediario culturale” per consentire alle parti di conoscersi e apprezzarsi in modo da rendere produttiva ed efficace la relazione professionale. Una delle sfide da vincere per fare business negli Emirati Arabi, infatti, è quella culturale: molte barriere sono date dalla mancanza di fiducia fra le parti in gioco, spesso basata su pregiudizi e su incomprensioni dovute a differenze culturali, non solo linguistiche.

Come entrare nel mercato mediorientale
L’incontro si è concluso con l’intervento di alcuni relatori tecnici che hanno illustrato i punti chiave per sviluppare il proprio business negli Emirati Arabi: Gianni Basile (Teikos – consulente aziendale), Martin De Bonis (Startupper e business developer UAE), Basma Eissa (UAE Executive Director – R&P Consulting), Marco Pelizzari (International Business Develpoment Manager – Vigilance Group) e Andrea Raimondi (The Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum – Executive Director Italy). “Il Private Office, arrivato in Italia a gennaio 2019, ha l’obiettivo di selezionare le eccellenze italiane che sono pronte e desiderano entrare nel mercato mediorientale – ha dichiarato Raimondi -. Ma non solo: accompagna le imprese italiane nel percorso che conduce al successo negli Emirati, aiutandole nella comprensione delle differenze culturali fino alla creazione di un rapporto di fiducia con le istituzioni locali. La prima sfida è colmare il gap culturale. Bisogna avere un approccio strutturato verso il mercato emiratino: non occorre essere grandi aziende, ciò che ci rende appetibili è la distintività del prodotto, ma non basta. Non si può avere un approccio mordi e fuggi, è necessario entrare nel mercato con un piano di medio lungo termine per crescere con il mercato. Costruire relazioni di fiducia rappresenta un fattore critico di successo”.

In foto Basma Eissa
In foto Gianni Basile

I relatori: che cosa hanno detto
Hisham Al Gurg (ceo Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Italy):  “Avere un partner forte negli Emirati Arabi aiuta le aziende straniere, e quindi anche italiane, ad accelerare lo sviluppo del business nel territorio emiratino. Gli Emirati considerano molto affidabile il Made in Italy. Aprire un dialogo con il Private Office consente a un’azienda italiana eccellente di comprendere il contesto culturale e avere successo nel processo di internazionalizzazione verso gli Emirati”.

Liborio Stellino (ambasciatore Italiano ad Abu Dhabi): “L’ambiente economico emiratino ha mantenuto grande interesse per tutti i tipi di impresa italiani, dimostrandosi altamente resiliente. L’economia del nostro Paese ha apprezzato la capacità di riforma che ha dimostrato questo mercato, specialmente per quanto concerne la possibilità degli stranieri di mantenere fino al 100% del proprio investimento. Un fattore negativo, al contrario, sono le tensioni geo-politiche di questo territorio. Il futuro, in ogni caso, mi pare positivo: le prospettive di investimento sono rosee sia nei settori tradizionali come quello energetico, sia in settori nuovi come quello dell’innovazione tecnologica, dal bio-medicale fino alla logistica”.

Palma Costi (assessore alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma della Regione Emilia Romagna): “L’esperienza che questa regione ha vissuto con l’Expo di Milano ha rappresentato per un territorio come il nostro, basato sull’intreccio scuola-formazione-ricerca, una grande opportunità di crescita. L’Emilia Romagna, nel 2018, ha esportato più di 63 miliardi di euro, quindi per noi le esposizioni universali rappresentano una grande occasione. E siamo la seconda regione in Italia per capacità di attrazione verso i mercati esteri. Non a caso abbiamo organizzato una missione di sistema che ha coinvolto quattro Università, imprese, associazioni di categoria e liberi professionisti per capire come partecipare all’Expo 2020, un’iniziativa che rappresenta una vetrina di sbocco non solo per i nostri prodotti. In questi anni abbiamo fatto sistema anche per aiutare le piccole-medie imprese che faticano a lavorare con il mercato estero così da favorire la loro internazionalizzazione. Il nostro tema a Expo 2020 sarà il benessere, cercheremo di essere presenti coprendo tutti gli spazi che ci verranno assegnati. Di certo saremo presenti con le Fiere di Bologna e di Parma”.

Mirko Degli Esposti (prorettore vicario dell’Università di Bologna): “Siamo tra le prime Università internazionali d’Europa, Bologna è la prima in assoluto. La nostra capacità di fare incontrare culture diverse non è una novità per questa città, per questa regione”.

Gianpaolo Bruno (direttore a Dubai della Italian Trade Agency): “La nostra è un’agenzia specializzata nel fornire elementi informativi per orientarsi nei nuovi mercati, quale può essere quello degli Emirati Arabi. Vogliamo ridurre le barriere esistenti tra l’Italia e il Medio Oriente arabo. E per farlo abbiamo allestito 30 iniziative per un investimento complessivo di 3 milioni di euro che si svilupperà nell’arco dei sei mesi dell’Expo 2020”.

Donatella Vitanza (coordinatrice sezione internazionale del Coordinamento degli Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dell’Emilia Romagna Coder): “Abbiamo istituito delle commissioni di studio che coinvolgono imprenditori, liberi professionisti e istituzioni per fare formazione e favorire l’internazionalizzazione. Interloquire in modo univoco con la Regione Emilia-Romagna è un passo importante per riuscire a crescere sul fronte del mercato estero. E in questo senso l’Expo 2020 rappresenta una grandissima opportunità per tutti, imprese e professionisti”.

Il progetto Coder Desk Eau
L’accordo per la nascita del Coder Desk EAU è stato firmato il 12 luglio 2019 da Alessandro Bonazzi, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bologna e Presidente pro tempore Coordinamento territoriale degli Ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili dell’Emilia-Romagna (Coder) e Andrea Raimondi, partner di R&P Consulting ed Executive Director di Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Private Office Italy Srl. Il Coder Desk EAU mira a diventare un punto di riferimento per le aziende e i professionisti interessati a conoscere le opportunità del mercato degli Emirati Arabi Uniti e più in generale dei Paesi del Golfo. Tramite il Coder Desk EAU, imprese, Istituzioni e associazioni potranno usufruire di una consulenza altamente specializzata per individuare i fattori di successo per il mercato degli Emirati Arabi Uniti.
Da un lato, infatti, gli imprenditori interessati conteranno sull’appoggio del Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum Italy, realtà che fa riferimento a uno dei rami della famiglia reale di Dubai e opera attivamente per facilitare l’ingresso e lo sviluppo di aziende straniere nel mercato degli Emirati Arabi Uniti, offrendo loro relazioni di eccellenza oltre che una gestione efficace delle differenze culturali (www.the-private-office.com).Dall’altro lato Coder si impegnerà a segnalare al Private Office i professionisti iscritti all’Albo con interesse ai processi di internazionalizzazione e ad attivare un flusso di informazioni costante sul sito web degli Ordini aderenti attraverso un interscambio di notizie con il Private Office che, a sua volta, parteciperà a convegni di presentazione del progetto Coder Desk EAU e fornirà attività formativa a favore dei professionisti iscritti all’Albo.