Asidep di Avellino, licenziati 17 dipendenti su 70. I sindacati: Traditi i patti

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L’Asidep di Avellino (ex Cgs) licenzia 17 dipendenti, il sindacato chiede “l’immediato ritiro della procedura» e accusa: «I tagli contrastano con il piano di concordato sottoscritto per garantire i livelli occupazionali». La società era stata costituita dall’Asi per gestire la depurazione nelle aree industriali. «La direzione dell’Asidep srl – è scritto in una nota sindacale – ha avviato la procedura per licenziare 17 lavoratori su 70 dipendenti che gestiscono la depurazione in Irpinia». L’iniziativa sarebbe «apertamente in contraddizione con il piano concordatario presentato in tribunale al Giudice delegato Russolillo». I sindacati accusano i vertici della società, affermando che la decisione «riporta a galla l’incapacità dell’Asi e della Direzione dell’Asidep nella gestione dei depuratori e dei servizi alle imprese del Cratere<3 e annunciano battaglia». I firmatari della nota, Scibelli, Mottola e Di Dio, delegati della Fiom, Uilm e della Fismic, si preparano ad un incontro con «il Giudice del tribunale fallimentare, Russolillo, per chiedere l’immediato ritiro della procedura di licenziamento in coerenza con quanto dichiarato nel piano di concordato in continuità (proprio per garantire i livelli occupazionali)». Nella nota si sottolinea che la «gestione degli ultimi 10 anni (con gravi interferenze della politica) ha prodotto 15 milioni di debiti e messo a rischio l’impatto ambientale».  L’azienda, dal canto suo, fa sapere, attraverso l'amministratore delegato  Gaetano Airone che “a fronte del rinnovo del contratto di solidarietà ha prospettato alle organizzazioni sindacali un accordo ‘a latere’, proponendo le seguenti azioni: avviamento di una procedura di mobilità che si concluderà con un accordo che preveda come criteri di scelta il raggiungimento attraverso la permanenza in Naspi dei requisiti pensionistici e l’adesione su base volontaria con la non opposizione al provvedimento di licenziamento; per i dipendenti vicini all’età pensionabile e per tutti coloro che a prescindere dai requisiti di cui sopra aderiscono alla mobilità, sarà riconosciuto un incentivo in proporzione al periodo di permanenza in Naspi con integrazione del salario percepito; in considerazione dell’avvio e del completamento dei lavori di adeguamento degli impianti, nonché in relazione agli esodi che dovessero intervenire, si procederà ad una riorganizzazione interna in relazione ad una necessaria riassegnazione dei compiti in considerazione delle esigenze di maggiore presenza sugli impianti, pertanto la Società provvederà a interpellare i singoli dipendenti per una ricollocazione e la riassegnazione a nuova qualifica; nel caso in cui si raggiunga un numero di almeno 115 dipendenti tra la procedura di mobilità che prevede la collocazione di 8/10 dipendenti in Naspi con conseguente accompagnamento alla pensione, e, la riqualificazione professionale, per altri 7/5 dipendenti, l’azienda dichiara che alla scadenza dei dodici mesi di proroga del contratto di solidarietà non ci saranno più esuberi: la disponibilità ad avviare la contrattazione di secondo livello dopo la conclusione dei lavori di effìcientamento ed il relativo riavvio degli impianti», si legge nella nota. «Come si evince dalle suddette proposte, non accettate dalle organizzazioni sindacali, l’Asidep srl non ha mai avuto intenzione di licenziare alcun dipendente, ma si è visto costretto, suo malgrado, a dover ricorrere alla procedura di mobilità ex artt. 4 e 24 legge 223/91 e successive modifiche per un esubero ormai conclamato da oltre un decennio». E conclude: «Il ricorso a detta procedura è un atto dovuto per non aggravare ulteriormente la situazione economico finanziarìa della società Asidep». Pertanto, «siamo certi che nei 45 giorni previsti per le concertazione sindacali raggiungeremo un accordo per il ritiro della procedura e, quindi, per scongiurare i licenziamenti, confidando nel ‘buon senso’ delle Organizzazioni Sindacali Territoriali e dei RSU aziendali».