Papa Francesco a Napoli
La lettera di Erri De Luca

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Raccontare i mille volti e le mille sfaccettature di Napoli, le sue eccellenze e nel contempo i suoi grandi malanni, raccontando Napoli a Raccontare i mille volti e le mille sfaccettature di Napoli, le sue eccellenze e nel contempo i suoi grandi malanni, raccontando Napoli a Papa Francesco in vista della sua tanto attesa visita a Napoli del 21 Marzo. È questo l’obiettivo con cui Massimo Enrico Milone, direttore di Rai Vaticano, ha scritto, dopo il successo editoriale di “Pronto? Sono Francesco. Il Papa e la rivoluzione comunicativa un anno dopo”, il suo secondo volume dedicato al Papa che sta cambiando la comunicazione della Chiesa nel mondo. Sedici lettere per raccontare una città ed il suo popolo. Progetti, timori, speranze, futuro, raccolti nel volume “Napoli, lettera a Francesco” (Guida Editori, 2015), proprio in questi giorni arrivato nelle migliori librerie italiane. Sedici lettere per raccontare mondi diversi: dalla cultura allo sport, dall’università alla ricerca, dalle imprese alla magistratura, con le firme degli scrittori Erri De Luca e Antonio Colasanto, del regista Luca De Filippo, del produttore Aurelio De Laurentiis, del filosofo Aldo Masullo, dello storico Giuseppe Galasso, degli accademici Lucio d’Alessandro e Fulvio Tessitore, degli scienziati Andrea Ballabio e Marco Salvatore, degli imprenditori Maurizio Maddaloni e Maurizio Marinella e con la firma di Mirella Barracco, presidente della Fondazione Napoli Novantanove e di due presidenti emeriti della Corte Costituzionale, come Francesco Paolo Casavola e Giuseppe Tesauro. “Napoli, lettera a Francesco”, sarà presentato per iniziativa dell’arcidiocesi a Napoli, in anteprima nazionale, sabato 14 marzo alle 11.30, al Museo Diocesano di Napoli. Interverranno, insieme con Milone e con gli autori delle lettere, lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli. Pubblichiamo un estratto della lettera scritta da Erri De Luca Erri De Luca racconta la rivoluzione di Papa Francesco: dal pauperismo alle aperture su divorziati e omosessuali “A Napoli si dice “Scendi da cavallo” a chi si da’ arie di parlare dall’alto in basso. Francesco, Papa estratto dall’emisfero Sud, ha fatto scendere la chiesa da cavallo. Ha sgomberato l’intera nomenclatura vaticana a partire dalla Segreteria di Stato. Ha messo mano a due guasti incalliti togliendo ogni velo su pedofilia e finanza losca. Ha lasciato vuoto l’appartamento dei pontefici, continuando a vivere in convento. Ha spalancato i sacramenti agli esclusi, divorziati e omosessuali. Nessun Papa prima di lui si è altrettanto spogliato di fasto per stare al pianoterra delle società. È uno del Sud e ha un nome italiano. Viene da una famiglia e un secolo di immense emigrazioni. Perciò ha scelto a inizio di mandato, nel giugno 2013, di compiere il suo primo viaggio a Lampedusa, senza accompagnamento di autorità italiane che si volevano aggiungere per sfruttarne l’ombra. Ma la sua ombra di pellegrino a braccia aperte spettava ai naufragati, sopravvissuti o no”.