Ecco i Lego della sensoristica il monitoraggio diventa smart

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A cura di Cristian Fuschetto

La sfida non è tanto riuscire a sviluppare dei sensori sempre più sofisticati, quanto quella di saperli assemblare. Che sia un ponte, una cantina in cui si conserva del vino pregiato o magari un intero edificio, tutto può essere monitorato per prevenire situazioni critiche, solo che per farlo non solo occorrono sensori molto diversi tra loro (il che è ovvio) ma anche altrettanti dispositivi in grado di leggerli (il che è meno ovvio). Un po’ come se per far “dialogare” il nostro computer con la stampante, col mouse o con un monitor fosse necessario avere tre diversi adattatori e non bastasse l’ormai celebre Usb (Universal Serial Bus). Ecco, il dispositivo progettato da “EnvEyeron”, il team partenopeo guidato da Nicola Pasquino, docente di misure per la compatibilità elettromagnetica alla Federico II, è una sorta di Usb del mondo della sensoristica. “Il dispositivo che abbiamo progettato nasce per fare delle misure in generale, non delle misure di un dato specifico, vale a dire che non è pensato per rilevare onde elettromagnetiche, polveri sottili, umidità o cedimenti delle strutture edilizie. Per effettuare questo genere di monitoraggi esistono già dei sensori avanzatissimi, il problema sta nel fatto che non esiste un dispositivo capace di dialogare con tutti”. Un “problema” che per EnvEyeron rappresenta una grande occasione. Il potenziale di mercato è infatti vastissimo, basti pensare ai Comuni, che per legge devono costantemente effettuare il monitoraggio dei campi elettromagnetici e dell’aria. Se invece di usare tanti lettori per ogni sensore, le amministrazioni pubbliche riuscissero a dotarsi di un solo lettore in grado di adattarsi ai diversi tipi di sensori, al risparmio in hardware si aggiungerebbe anche la razionalizzazione nella gestione dei dati. Un altro vantaggio rispetto ai competitors è quello di rendere tutti i dati disponibili via web, in modo da poterli avere tutto sotto controllo su ogni dispositivo dotato di una connessione, dal tablet allo smartphone. “Ma secondo noi il punto di forza è ancora un altro – aggiunge con una punta di orgoglio Pasquino – e cioè sta nel fatto che il nostro software è sviluppato in modo da effettuare, olttre al monitoraggio temporale, anche analisi statistiche avanzate. Si tratta di metodologie di analisi dei dati che consentono prevedere situazioni critiche prima che esse arrivino a un punto di non ritorno”. Supponiamo che si voglia tenere in controllo la temperatura di una cantina: analizzando l’evoluzione temporale dei valori misurati, il sistema riesce a dire se, ad esempio, la temperatura è soggetta a variazioni eccessive che potrebbero farla allontanare troppo dai valori ritenuti accettabili. Riuscire ad individuare queste criticità prima che diventino un problema serio è il modo migliore per produrre vino di qualità elevata. Oltre a Pasquino, fanno parte del team Antonio Affinito, laureato in ingegneria elettronica e con una forte esperienza nel settore delle telecomunicazioni civili e militari; Massimo Attanasio, ingegnere elettrico e tecnico del Dipartimento, esperto nelle misure; Attilio Marrese, ingegnere delle telecomunicazioni ed esperto di misure e sicurezza, Davide Parisi, laurea in giurisprudenza ed esperto di project management; Luciano Zarulli, progettista di architetture software. Quattro dei sei membri di “EnvEyeron” ha meno di 35 anni. I tempi per il prototipo non sono lunghi: i ricercatori prevedono di realizzarne uno entro marzo. Si dirà, lo spinoff sarà già costituito. Incredibile a dirsi, ma “EnvEyeron” non è ancora riuscito a costituirsi come spinoff perché la Federico II non ha ancora un regolamento aggiornato in seguito alle modifiche introdotte dalla Riforma Gelmini. “Se non sappiamo quali regole seguire non possiamo formalizzare nulla”, conclude rassegnato Pasquino. “Questo ci danneggia perché uno spinoff è una sorta di bollino di scientificità che rispetto ai competitors noi avremmo tutti i crismi per meritarci, e invece siamo fermi”. La burocrazia è più forte della ricerca.