Gli avvocati penalisti hanno proclamato per domani una giornata di astensione dalle udienze, in segno di protesta per la situazione delle carceri, con una manifestazione nazionale all’auditorium del Palazzo di Giustizia di Napoli. “L’esecuzione penale in Italia – scrivono i penalisti nella delibera di proclamazione dello sciopero – ha imboccato una strada buia e senza uscita, costellata da sistematiche violazioni dei diritti umani. L’attuale Governo dimostra uno stato confusionale e distruttivo sui temi della detenzione che desta allarme e preoccupazione, perché in totale contrasto con i principi costituzionali e con le più elementari regole di un Paese civile”. Secondo gli avvocati, “in nome di una idea sgrammaticata di ‘certezza della pena’, si insegue un consenso popolare costruito sulla sollecitazione delle emotività più rozze e violente della pubblica opinione: il detenuto ‘marcisca in carcere’. Una vocazione ‘carcero-centrica’ – osservano – in spregio della Costituzione, che non certo a caso fa riferimento alle ‘pene’ e non alla ‘pena’: dunque non solo carcere, ma anche altre sanzioni e misure che possano responsabilizzare il condannato in un percorso punitivo-rieducativo che consenta il suo recupero”. I penalisti citano anche dati statistici del ministero della Giustizia che ci “rendono – sottolineano – un quadro impietoso: la quasi totalità degli istituti penitenziari presenta un sovraffollamento oltre il livello di guardia. La media nazionale, in continuo aumento, sfiora il 130%. Un solo medico di base ogni 315 detenuti invece di un medico ogni 150. Piante organiche del tutto insufficienti con solo 930 assistenti sociali e 999 educatori per circa 60 mila detenuti. Sono cifre allarmanti che denunciano la materiale impossibilità di assicurare quel trattamento individualizzato che deve consentire il reinserimento sociale del condannato”. Nel 2018, si ricorda ancora nella delibera sullo sciopero, “sono morti 148 detenuti, tra questi ben 67 suicidi. Nel 2019, ad oggi, 60 morti, tra questi 20 suicidi. La media è quella di un decesso ogni 3 giorni”.