Il dato sulle imprese non in regola con gli adempimenti fiscali, secondo Unimpresa, è omogeneo in tutti i settori imprenditoriali: dalla piccola industria ai servizi, tutte le categorie sono con l’acqua Il dato sulle imprese non in regola con gli adempimenti fiscali, secondo Unimpresa, è omogeneo in tutti i settori imprenditoriali: dalla piccola industria ai servizi, tutte le categorie sono con l’acqua alla gola. Su 122.000 associate a Unimpresa, stando alla rilevazione a campione effettuata negli ultimi giorni, ben 99.186 aziende non ha potuto fare regolarmente i versamenti all’agenzia delle Entrate, all’Inps e agli altri enti previdenziali e dell’amministrazione finanziaria, tra quante hanno ritardato di pochi giorni e quante hanno selezioni solo alcuni adempimenti. Nell’ambito dell’industria, il settore dell’edilizia, in particolare, resta quello che sembra registrare le maggiori difficoltà e il dato sui “ritardi F24” arriva all’86,3%, mentre la percentuale più bassa registrata è nei servizi (trasporti: 24,2%). Tuttavia le “sofferenze fiscali” sono una sorta di minimo comune denominatore per tutti i comparti economici: alimentazione, arredamenti, metalmeccanici, nautica e poi agricoltura, commercio, trasporti e turismo. Secondo Longobardi, “per le micro e piccole imprese lo sforamento dei termini è una scelta obbligata: la crisi di liquidità non consente ampi margini di manovra e le casse delle aziende, strozzate dalla stretta delle banche sul fronte del credito porta a un vicolo cieco. Spesso di sceglie di lasciare i modelli F24 nel cassetto per avere la certezza di poter pagare gli stipendi”.