Sono ancora vive le ferite della dittatura comunista di Enver Hoxha, che ha dominato l’Albania dal 1944 fino al 1985 e messo in ginocchio l’intera economia nazionale. Lo si capisce dalla distonìa architettonica delle città, dai racconti dolorosi della gente e dagli oltre circa 700 mila bunker disseminati ovunque nel Paese, tra città, strade, campagne e villaggi.
Tuttavia, la voglia di riscatto e di rinascita dell’Albania ha dato vita, negli ultimi anni, ad un gran fermento di idee e di iniziative che promettono di apportare cambiamenti significativi, grazie ad un ambizioso progetto economico-sociale di rinnovamento incentrato su sostenibilità ambientale, edilizia ed infrastrutture che, insieme a vantaggiose politiche fiscali per le imprese estere, mira a trasformare l’Albania in uno dei Paesi europei commercialmente più interessanti.
Tirana, capitale dell’Albania, riassume bene il senso di questo riscatto. Qui, passato e presente coesistono nei differenti stili architettonici delle eleganti case dell’epoca ottomana, nel nitore geometrico dei palazzi del periodo fascista, fino all’anonima edilizia dei palazzoni grigi e squadrati del regime comunista, con parchi e giardini pubblici, dagli arredi urbani curatissimi e palazzi dal design ultramoderno che si alternano a numerosi cantieri edili in vivace attività.
“L’Adriatico è un mare che ci unisce e non ci divide ed il nostro Paese è molto simile all’Italia dei vostri nonni, dove ci sono ancora luoghi “innocenti” che iniziano a guardare al futuro, pieni di speranza”, ha riferito il Premier Edi Rama alla stampa in visita privata al Parlamento dell’Albania Kuvendi i Shqipërisë lo scorso aprile. “Dopo le sofferenze degli anni bui del regime comunista, abbiamo perso altri anni per cercare di capire come potevamo attuare uno sviluppo del territorio. Ora siamo pronti e fiduciosi, perché siamo in una fase di grande interesse per turisti e per le imprese che vogliono investire nel nostro Paese”. E:\ALBANIA\ALBANIA\2019-04-15\018.JPG
Punto di forza del programma governativo è una flat tax estremamente vantaggiosa per le piccole e medie imprese, che prevede zero tasse per fatturati fino a 50mila euro nei primi dieci anni di attività e poi, l’iva ferma al 6%, salvo solo i contributi sociali ed, invece, una tassazione del 15% per fatturati fino a 140 mila euro.
I risultati di tale politica sono già evidenti, non solo con investimenti, negli ultimi 5 anni, di grandi catene alberghiere a 5 stelle, ma anche aumenti consistenti sia di turisti, passati da tre a sei milioni, che di destinazioni e frequenze di trasporti verso l’Albania, aerei e marittimi, specie dall’Italia, grazie a collegamenti giornalieri tra i porti italiani di Ancona, Bari e Trieste con quello albanese di Durazzo, operati da compagnie di navigazione come ADRIA FERRIES.
Complice anche la vicinanza e la lìngua italiana, diffusamente parlata, l’Albania si prepara a catturare l’attenzione del suo partner più strategico, l’Italia e del comparto turistico internazionale interessato non solo alle spiagge, alle altre risorse del Paese, come arte, archeologia, gastronomia tipica e vino di qualità.
L’attenzione è, dunque, incentrata anche sullo sviluppo dell’enoturismo e punta ai vitigni autoctoni.
“La legislazione per gli investimenti strategici prevede una serie di agevolazioni fiscali, come il 6% di iva per servizi forniti da marchi commerciali registrati a livello internazionale e ristoranti all’interno di strutture ricettive certificate come agriturismi – ha precisato ulteriormente l’On.Taulant Balla, leader del gruppo parlamentare socialista, durante la conferenza stampa dello scorso aprile al Palazzo del Parlamento di Albania. ”Senza contare, inoltre, che i marchi registrati a livello internazionale sono esclusi dall’iva sul profitto per i primi 10 anni, mentre per l’agriturismo si applica un’aliquota ridotta di 5% per un periodo di 10 anni. Inoltre, il programma 100 Villaggi sta creando un modello di successo nel sostenere agriturismo e sviluppo rurale integrato del Paese, in conformità con i migliori standard europei. Una legge specifica sull’enoturismo ancora non c’è, ma sarà oggetto di lavoro col mio gruppo per presentarla presto”.
Possiamo quindi concludere che l’Albania, pur tra mille difficoltà, ha intrapreso un processo di graduale crescita, proponendosi in maniera interessante agli imprenditori che hanno voglia di percorrere nuove strade, meno battute, ma ancora inesplorate.
Home Imprese&Mercati Il miracolo Albania? Incentivi fiscali e investimenti vantaggiosi per le imprese estere