Incentivi per il rientro dei cervelli, De Felice (Protom): Noi siamo pronti

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In foto Fabio De Felice

“La scelta del governo di incentivare il rientro dei cervelli di certo aiuta, ma l’analisi non si può fermare a questo primo stadio. Bisogna interrogarsi se il tessuto produttivo è in grado di fornire la giusta piattaforma per far sì che la risorsa possa esprimere le proprie potenzialità. Noi come azienda stiamo provando a fare la nostra parte e puntiamo a formare e inserire nel mercato più di 50 nuovi cervelli”. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il fondatore e presidente Protom Group, Fabio De Felice, riferendosi all’iniziativa lanciata oggi dall’azienda. “Se il sistema Paese – sottolinea – è pronto a recepire un contributo che vada in una direzione centrifuga rispetto alle programmazioni strategiche (ove mai ce ne fossero) o ai tempi di attuazione delle stesse, nonché verificare le condizioni perché i risultati degli sforzi profusi posano avere la giusta eco e l’amplificazione che meritano sia in termini economici che riconoscibilità. Questi sono solo alcuni degli interrogativi che a mio avviso è necessario porsi prima di attivare misure che, per quanto meritorie, possano risultare dei meri palliativi che gravano sulle casse delle stato da un lato, ma soprattutto che non corrispondendo al sistema valoriale di una risorsa che ha deciso di impegnarsi all’estero”. E’ netto il presidente di Protom nel commentare l’ipotesi dello sgravio per il rientro dei cervelli. L’azienda, che ha fatto della ricerca dell’innovazione la propria missione e che ha vinto per il secondo anno il premio per l’Innovazione di Confindustria e quest’anno anche il Premio dei premi. patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, sta puntando in maniera sempre più decisa sulla costruzione di una offerta di servizi e soluzioni in grado di accompagnare clienti e partner nel viaggio verso l’implementazione della digital transformation.
Nata nel 1995 come società di consulenza, oggi Protom è un player nella trasformazione dell’innovazione in soluzioni concrete ad alta vocazione tecnologica capaci di generare valore per clienti e partner. Il gruppo opera nell’ambito dell’advanced engineering e della information technology, ha il quartier generale a Napoli e Milano e sedi in Francia, a Tolosa, ed in Brasile a San José dos Campos. L’azienda lavora con big player del comparto metalmeccanico, dell’aeronautica, del ferroviario e dell’automotive come Leonardo, Superjet, Piaggio Aerospace, Airbus, Fca, Atr, Hitachi Rail Italy e Rolls Royce. “Per il Sud – spiega – dobbiamo partire dal copiare e adattare ai territori il modello Milano nel quale è chiara la mission e la vision della città e le aziende e i talenti vengono al di là degli incentivi ma perché c’è un ecosistema. Qualsiasi sia l’incentivo concesso alle imprese o a qualsiasi altro interlocutore è sempre di per se un segnale di attenzione alla categoria, alla persona o al territorio che ritengo sempre apprezzabile”. Tuttavia, “pensare che un incentivo da solo possa essere il fattore ultimo di un processo decisionale, è a dir poco bieco e poco attinente alla realtà. Può rappresentare di certo un facilitatore ed una leva ulteriore, ma non ritengo possa essere la spinta propulsiva che muove il decisore, di qualunque natura, lo vedo più a valle del processo decisionale: non spinge l’imprenditore ad assumere se tale assunzione non fa parte di un piano strategico che conduce alla crescita dell’azienda; così come non è il motivo di innesco di un investimento se non coerente con un piano industriale ben attento e strutturato; così come, a mio avviso, non lo è per un cervello emigrato che vuole tornare a dare un contributo al proprio paese”.