Ravello, De Luca e Felicori: Il Festival vetrina della cultura italiana nel mondo

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“Ravello è il luogo più bello del mondo e questo festival è un momento d’incanto unico in Italia. Quest’anno saranno presenti le principali orchestre del nostro Paese che faranno di Ravello il palcoscenico dell’Italia verso il mondo”. Parola di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, alla presentazione della 67esima edizione del Ravello Festival, la rassegna musicale che si svolge in costiera amalfitana. Il programma, quest’anno, curato dalla fondazione Ravello in partnership con il teatro San Carlo di Napoli e il teatro Verdi di Salerno, propone fino al 20 ottobre degli spettacoli articolati in cinque sezioni per un periodo che abbraccia più mesi e più stagioni, dalla primavera all’autunno. “Orchestra Italia”, omaggio a compositori e orchestre d’Italia, è la proposta sinfonica concentrata nei mesi di luglio e agosto sul palco a strapiombo che dà sul mare del Belvedere di Villa Rufolo. Il festival è partito il 17 aprile con “La meglio gioventù”, sezione curata da Antonio Marzullo e riservata ai giovani allievi dei conservatori della Campania che hanno avuto l’opportunità di esibirsi a Ravello e nei vicini comuni amalfitani. L’apertura vera e propria della rassegna avverrà il 30 giugno con il maestro Juraj Valuha che dirigerà l’Orchestra del Teatro di San Carlo, omaggio a Richard Wagner e Giuseppe Martucci, uno dei più insigni musicisti del nostro Paese. “Le note di Sigilgaita” è la sezione organistica che prevede un ciclo di concerti nel Duomo di Ravello. Protagonisti Bernard Foccroulle (24 luglio), Olivier Latry (29 agosto), Andrea Macinanti (12 settembre), Michel Bouvard (20 settembre) e Luca Scandali (11 ottobre).
Gli appuntamenti di musica da camera arricchiscono il cartellone con una terza sezione, “Nel Giardino di Wagner”, che accoglierà il pubblico nella sala dei Cavalieri. Sono tutti concerti di mezzanotte con una maratona del pianista Pierre Laurent Aimard tra Scala e Ravello. Ad esibirsi il Quartetto Guadagnini, l’Odhecaton Ensemble, il duo Cimmino, Ferro, il Gruppo Ocarinistico Budriese, Simone Rubino, il Quintetto di Fiati e il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo di Napoli con al pianoforte Giuseppe Albanese. In cartellone incursioni giovanili anche nei mesi estivi con i concerti de La choeur et orchestre de la Sorbonne université diretti da Sébastien Taillard (11 luglio), dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Jean Efflam Bavouzet (14 luglio) e dell’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Je’remie Rhorer (18 agosto). L’Orchestra del teatro di San Carlo torna a Ravello anche dopo il concerto inaugurale mentre la chiusura sarà nelle note dell’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Lorenzo Viotti (31 agosto). A rafforzare il cartellone di quest’anno anche la sezione “Potenza del diletto” che prevede tre concerti con formazioni corali amatoriali. Fuori programma, infine, due appuntamenti extra con la collaborazione della Città della Scienza di Napoli che propone due incontri interattivi con il pubblico. Il primo (16 luglio), omaggio all’allunaggio di cui quest’anno ricorre il cinquantenario, sarà una serata di osservazione del cielo con una maratona notturna di musica, poesia e telescopi. La seconda serata (23 luglio), invece, guarda al tema dell’intelligenza artificiale e alla robotica, tra scienza e fantascienza.
“Abbiamo immaginato Ravello come palcoscenico d’Italia – aveva detto lo stesso Mauro Felicori, Commissario della Fondazione Ravello, durante la presentazione a Palazzo Santa Lucia -. Ravello è un luogo che ha una tale forza e attrazione che ci permette di dare luce alle orchestre sinfoniche italiane, ai cori, agli organisti. Ravello, in parte, è un tema simile a quello di Caserta, noi abbiamo in Italia dei Beni Culturali e paesaggistici o beni come la musica che valgono molto. Benché Ravello abbia già un nome fra i più famosi e importanti del mondo c’è ancora tanto da fare”. “Abbiamo un luogo che è l’icona dell’Italia – ha aggiunto – e dobbiamo, in senso buono, sfruttarlo per rendere il nostro Paese più forte, per dare una reputazione più importante ai nostri artisti. Nel nostro programma abbiamo inserito tanti compositori italiani che non sono compositori di grande fama, ci siamo presi anche il coraggio di presentarli perché non vogliamo giocare facile”. “Gli ultimi anni – ha ricordato Felicori – mi sono occupato di beni come la Reggia di Caserta ma la mia carriera iniziata come manager culturale, mi sono occupato di spettacoli e di sostegno agli artisti giovani e parte da lì questa sensibilità sul Conservatorio. Come commissario devo durare poco, riuscire a rimettere in funzione la Fondazione in modo che possa sprigionare tutta la sua energia”. Un impegno per il Festival 2019 condiviso anche con il San Carlo di Napoli: “Fare rete è possibile – ha spiegato Rosanna Purchia, Sovrintendente del Massimo partenopeo – abbiamo il dovere non di riproporre ciò che gli stranieri possono vedere nelle loro città ma mostrare il meglio che abbiamo in Campania. C’è stata una bella sinergia per riconquistare la nostra dignità e la consapevolezza del nostro teatro. A Ravello nel 1953 c’è stata la prima edizione del Festival ed il San Carlo allora era in prima linea. Questa sinergia voluta e creata da Felicori è sostenuta dallo stesso De Luca che fa tanto per la cultura in Campania”. Per l’edizione 2019 due le sezioni principali: “Orchestra Italia”, che propone molte delle migliori orchestre sinfoniche italiane e “La meglio gioventù”, che offre la grande ribalta ai ragazzi dei conservatori italiani; mentre un percorso musicale originale, pieno di invenzioni, propone il dialogo fra la composizione italiana e quella europea, in una visione universale della cultura, lontana da ogni provincialismo