Ricercatore napoletano: I microbi del sottosuolo influenzano clima e geologia

588
In foto Donato Giovannelli, ricercatore delia Federico II, responsabile scientifico dello studio pubblicato su Nature
Possono i microbi presenti in ambiente influenzare processi geologici su grande scala? Apparentemente si. Un nuovo studio, pubblicato su Nature, mostra che i microorganismi presenti nel sottosuolo sono direttamente o indirettamente responsabili del sequestro di grandi quantità di CO2 proveniente dal riciclo della crosta terrestre in zone di subduzione. Lo studio ha visto impegnate 27 istituzioni di sei paesi: tra i coautori e responsabili scientifici del progetto Donato Giovannelli, ricercatore presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II ed associato presso l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine di Ancona (Cnr-Irbim); nel team anche Elena Manini e Francesco Smedile del Cnr-Irbim di Ancona e Messina. Il progetto è finanziato dal consorzio internazionale Deep Carbon Observatory, primo autore Peter Barry del Wood Hole Oceanographic Institution (Usa), tra gli altri autori Maarten de Moor dell’Osservatorio Vulcanologico della Costa Rica (Ovsicori), Karen Lloyd dell’Università del Tennessee a Knoxville e Francesco Regoli dell’Università Politecnica delle Marche. “Le zone di subduzione si formano quando due placche tettoniche si scontrano, scivolando una sotto l’altra e mettendo così in comunicazione superficie terrestre e mantello. Durante questo processo, che crea le fosse abissali oceaniche e le catene di archi vulcani a terra, la crosta oceanica e i sedimenti che la ricoprono sprofondano, fondendo e rilasciando CO2 e altri composti volatili che, in parte, risalgono in superficie e formano ad esempio i gas delle catene vulcaniche che caratterizzano le zone di subduzione”, afferma Giovannelli.