Dj Aniceto: “Fermiamo le baby gang, stop dei social”

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Roma, 26 apr. (AdnKronos) – “Ormai i giovani non si incontrano più per divertirsi ma per sfogare i più bassi istinti animali”. Così commenta Dj Aniceto, uno dei dj più impegnati nel sociale, esperto di discoteche e fenomeni giovanili, anche conosciuto come dj antidroga e già membro della Consulta per le politiche antidroga a palazzo Chigi, che poi ha diffuso le video sevizie su Whatsapp.

“Tanta solidarietà e vicinanza alla famiglia dell’uomo ucciso” ha affermato Dj Aniceto, protagonista come testimonial di sani valori in molti programmi tv, tra i quali quelli di Piero Chiambretti. “Peccato che nessuno si prenda la briga di inasprire le leggi e di applicarle senza remore contro degli animali, minorenni o maggiorenni che siano. Quelli che hanno massacrato questo anziano, un uomo che potrebbe essere il ‘nonno’ di tutti noi – ha sottolineato Aniceto – Sono veramente sconvolto! Auspico in un futuro prossimo lo stop dei social network che stanno rovinando i nostri giovani rendendoli dei ‘mostri'”.

“Di notte – ha aggiunto – senti di ragazzini nemmeno 18enni armati di coltelli e pistole; non vanno in discoteca per divertirsi ma soprattutto per fare risse. Vedi adolescenti vestite da trentenni che bevono come le spugne e il giorno dopo non ricordano più niente. Una generazione scapestrata, ignorata da genitori, poco genitori, e troppo impegnati ma con l’unico comune denominatore dello smartphone e dei social network. Il mondo digitale si è impossessato della mente di troppi fanciulli. Molti di loro passano più della metà della giornata sui pc e sugli smartphone. E’ chiaro che molti di loro confondono la realtà con il virtuale e così quando escono per strada combinano casini. Tuttavia non riesco a condannare del tutto questi giovani sfortunati. Sono giovani creati dalla società, dai poteri forti che gestiscono il nostro mondo; giovani che non sanno fare i ‘giovani’… perché nessuno ha insegnato loro come essere ‘giovani’ ed è per questo che molti di loro si trasformano in ‘rifiuti’ della Società”.