Un Natale di gioia e di speranza
Gli auguri del cardinale Sepe

211

Un grande e caloroso augurio porgo a tutti i napoletani e all’intera popolazione di questa Arcidiocesi. Il mio vuole essere un augurio di Pace, che Un grande e caloroso augurio porgo a tutti i napoletani e all’intera popolazione di questa Arcidiocesi. Il mio vuole essere un augurio di Pace, che significa serenità, giustizia, lavoro, benessere per tutti. Non è più tempo di attesa, che abbiamo vissuto con motivata speranza, ma è tempo di cambiamento e di nascita a vita nuova. Per questo vorrei che questo Natale, senza concedere spazio alla retorica dei sentimenti, fosse un momento in cui ciascuno trovi la forza e lo spirito di rinascere guardando il Bambino Gesù, circondato dalle amorevoli cure di sua Madre, una giovane ragazza “casalinga”, sposa di un lavoratore. E’ Dio che si è fatto uomo per salvare l’uomo. E’ venuto ad abitare in mezzo a noi, per rendere docile il nostro cuore all’ascolto della Parola e a gesti concreti di carità. Il Bambino nato per noi in quella povera capanna di Betlemme ci deve aiutare a diventare pane per i fratelli, in una tensione crescente di solidarietà e accoglienza. Nella recente mia Lettera Pastorale ho scritto, tra l’altro, che ascoltando Gesù anche le nostre scarse risorse possono mettere in moto un miracoloso processo di condivisione. Questo grande dono che il Signore fa con la sua venuta incoraggi la comunità ecclesiale e quella civile ad un impegno più deciso e responsabile, trovando anche nella presenza tra noi di Papa Francesco, il 21 marzo prossimo, la forza necessaria per la rinascita e il riscatto. Il Santo Padre saprà cogliere le sofferenze e le speranze che attraversano la nostra Città. Farà sua la fame di lavoro gridata dai disoccupati, dai padri di famiglia, dai giovani. Raccoglierà le istanze di rinnovamento e di crescita umana e sociale del mondo della cultura. Il Papa toccherà con mano le contraddizioni presenti nella nostra realtà, dove convivono miseria e benessere, arretratezza e sviluppo, egoismo e generosità, fede viva e forme di indifferenza. Per tutti dovrà essere occasione di una nuova primavera. Particolarmente per il mondo del lavoro, per quelli che il lavoro lo cercano ancora, per quelli che il lavoro l’hanno perduto, per quelli che il lavoro ce l’hanno. Vorrei tanto che questo Natale segnasse una svolta, la fine di un incubo che stanno vivendo tutti coloro che vogliono ardentemente inserirsi nei processi produttivi del lavoro, delle arti, delle professioni, della ricerca. Il lavoro è fondamentale per il mantenimento delle famiglie, ma anche per il bene della società. Il mondo è attraversato da tantissime inquietudini, perché in Italia – e nella nostra Napoli in particolare – il lavoro non è facile da trovare. Tante aziende, purtroppo, chiudono e non si intravede alcuna prospettiva. Il mio forte auspicio é che il prossimo anno 2015 sia migliore di questo che ormai volge al termine. Da qui il mio invito alla speranza, che è coraggio di sognare e di osare, ma innanzitutto forza di combattere perché con il nostro impegno un pezzo di mondo, quello attorno a noi, possa cambiare in meglio. Abbiamo tanto bisogno di speranza, un impulso che ci fa riscoprire la solidarietà e ci fa capire che possiamo farcela, anche se partiamo in svantaggio. La Chiesa non é lontana dai problemi e dalle ansie della gente, ma è tra la gente, per camminare insieme e costruire questo mondo nuovo, in cui la fame di speranza e di giustizia possa ricevere delle risposte concrete. Buon Natale, Buone Feste e Buon Anno Nuovo, con la benedizione del Signore. E ‘A Maronna c’accumpagna!

Crescenzio Card. Sepe