Professioni: Gabriele Micalizzi, ‘limite sicurezza non si sorpassa mai’

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Roma, 3 apr. (Labitalia) – “Fotografare nelle zone di guerra il limite di sicurezza non si sorpassa mai, perché comunque non è la passione che ti distrae: ti distrae la situazione”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Gabriele Micalizzi, il fotoreporter ferito in Siria. “Per quanto sia una persona preparata – sottolinea – per fare il giornalista di guerra, l’incertezza oppure la variabile c’è sempre. Pertanto, molte volte anche se sei preparato, l’incidente può succedere”.

Nonostante tutto, Micalizzi non ha dubbi che il suo sia “certamente il mestiere più bello del mondo”. Fotografo noto a livello internazionale per i suoi reportage di guerra, Gabriele Micalizzi ha visto le sue foto pubblicate da New York Times, New Yorker, Newsweek, Wall Street Journal e, in Italia, da Espresso, Repubblica, Internazionale e Corriere della Sera. E’ stato fondatore del collettivo di fotografia ‘Cesura Lab’, di cui faceva parte anche Andrea Rocchelli, ucciso durante la guerra in Ucraina nel 2014. E proprio la sua professione artistica lo ha portato a vincere il premio Fotogiornalismo d’autore 2019 dell’Associazione Occhio dell’Arte, presieduta da Lisa Bernardini, che è anche direttore artistico dei premi del Photofestival Attraverso le pieghe del tempo.

“Dopo nomi – annuncia all’Adnkronos/Labitalia Lisa Bernardini – del calibro di Francesco Cito, Tano D’Amico, Tony Gentile, Fausto Podavini, Rino Barillari e Massimo Sestini, non potevo non premiare Gabriele. E in visita a Roma – racconta – per lavoro e ospite allo studio del parente e direttore d’orchestra Franco Micalizzi, compositore tra i più bravi del nostro cinema, il celebre fotoreporter ha ritirato direttamente dalla mani del re della Pulp Music l’importante riconoscimento professionale destinato a chi, come lui, ha fatto del mondo dell’immagine una vera e propria arma giornalistica”.