San Siro demolito?

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Roma, 27 mar. (AdnKronos) – “Demolire San Siro significa demolire la storia del calcio, ma se così facendo dovesse nascere uno stadio più moderno e consenta una migliore visione per gli spettatori, ben venga”. Così il procuratore Figc, Giuseppe Pecoraro, all’AdnKronos sulla possibilità di demolire lo stadio San Siro di Milano per costruirne uno nuovo.

MAZZOLA – Una possibilità per la quale, dice a ‘Un Giorno da Pecora’ Sandro Mazzola, “mi viene mal di testa solo a sentirlo: forse vale la pena mettere a posto qualcosa ogni anno e tenere l’attuale impianto”. Per lei questo possibile abbattimento sarebbe un dolore? “Ricordo ancora la prima volta che entrai a San Siro per giocare, avevo 19 anni. Quando salivi ed entravi in campo era un’emozione grandissima. E poi quella volta che segnai un gol alla Juve, che ci diede lo scudetto”. Se dovesse fare un appello all’inter e al Milan cosa gli direbbe? “Se si potesse metterlo a posto sarebbe meglio. Magari anche per farci giocare le riserve o i ragazzini delle squadre di Milano”. Quale potrebbe essere il nome del nuovo stadio? “Non si può non intitolarlo a Meazza – conclude Mazzola -, la Storia dell’Inter e di Milano”.

TATARELLA – Sulla vicenda, e sul fatto che Milan e Inter siano favorevoli alla demolizione dello stadio Meazza, interviene anche Pietro Tatarella, consigliere comunale di Milano nelle file di Forza Italia e fra i fondatori del comitato ‘No demolizione di San Siro’. “Le squadre preferiscono avere meno posti e più redditività economica, con gli abbonamenti e le postazioni riservate. Il modello è quello dello ‘Juventus Stadium’ di Torino, con 40mila posti, mentre il Meazza ha accolto 75mila persone all’ultimo derby. Vogliono trasformare il calcio da sport popolare a sport elitario, allontanando le famiglie” dice contattato dall’AdnKronos.

“Siamo fortemente contrari alla demolizione del Meazza. In primo luogo per motivi romantici e affettivi: lo stadio è un simbolo di Milano. Ma anche per motivi economici: non si capisce chi dovrà pagare la demolizione. Inoltre ora il Comune incassa l’affitto dello stadio e il mancato affitto peserebbe sul bilancio comunale”, spiega Tatarella.

IL COMITATO – Il neonato comitato ‘No demolizione di San Siro’ ha già ricevuto il sostenuto di numerosi cittadini milanesi e conta di raccogliere in breve tempo le firme necessarie per il referendum contro l’abbattimento dello stadio. “Ora aspettiamo il progetto definitivo del nuovo stadio – continua Tatarella – poi raccoglieremo le mille firme da presentare al Collegio dei garanti del Comune di Milano per chiedere il referendum. A quel punto raccoglieremo le 15mila firme per chiedere al Comune di indire la consultazione”. In caso di vittoria, Palazzo Marino potrebbe bloccare i lavori per il nuovo stadio e aprire a una riqualificazione del Meazza.

“Abbiamo già ricevuto il sostegno dei cittadini. Contiamo di esaurire la raccolta firme in pochissimo tempo. Siamo ottimisti”. Per Tatarella, “al di là del design, le squadre vogliono annettere allo stadio una piastra commerciale, con un albergo, ristoranti e negozi. Ma si potrebbe utilizzare l’area del trotto di San Siro lì vicina”.