“Lo Scaffale” di Carlo de Cesare

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Assomiglia allo scaffale di una biblioteca, quella di casa o di un amico che guardiamo senza cercare un titolo preciso ma per trovare, come suggerisce Umberto Eco, “libri di cui non si sospettava l’esistenza, e che tuttavia si scoprono essere Assomiglia allo scaffale di una biblioteca, quella di casa o di un amico che guardiamo senza cercare un titolo preciso ma per trovare, come suggerisce Umberto Eco, “libri di cui non si sospettava l’esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza per noi”. E’ Lo Scaffale, la trasmissione televisiva di Rai Tre Campania condotta da Carlo de Cesare, un luogo del libro discreto dove le pagine bisbigliano alle orecchie anche quando la sostanza urla. Nasce nel 2003, voluta dal caporedattore Pino Blasi, come spazio dedicato all’editoria campana, in onda il venerdì. Brevi interviste agli editori di Napoli, Caserta, Avellino montate come una sorta di vetrina delle ultime novità editoriali da Carmine Santelia. Nel 2004 la rubrica apre le porte agli autori. –Inizia una pericolosa avventura. – confessa Carlo de Cesare. La moltitudine di scrittori la considera subito un trampolino di lancio, tuttavia, solo il 20 % dei libri proviene direttamente da loro; l’80% è inviato dalle case editrici. Circa dieci libri alla settimana d’ogni genere, narrativa e saggi, libri scientifici ai quali è più difficile dare spazio perché rappresentano, tranne che per l’architettura, un settore di nicchia altamente specialistico. Dove tiene questa montagna di volumi? Al momento ho quattro armadi stracolmi, molti sono stati dati in regalo; l’ultima donazione alla Chiesa di Piedigrotta per una vendita beneficenza, il cui ricavato è stato devoluto per un’iniziativa dedicata all’adozione a distanza dei bambini. Legge tutti i libri che arrivano? Quasi tutti. Non c’è giorno che non ne sfogli uno, a casa e in ufficio, anche in vacanza, senza nessuna discriminazione o preferenza. Il libro che l’ha maggiormente colpito? Noi due oltre le nuvole di Massimo Cacciapuoti, perché è una storia terribilmente vera che a che fare con l’inquinamento ambientale e le malattie che ne derivano. Un’attualità che ci tocca da vicino. Per Carlo de Cesare ogni libro è una sorta di giardino nascosto da tenere in tasca, in cui cercare un segreto. A volte lo scopre, spesso c’è solo qualche indizio ma il viaggio ha sempre un sapore, anche quando la scrittura delude. Non leggo per divertimento, a volte sono costretto a divorare le pagine – precisa – ma il piacere della lettura lo conquisto lungo il cammino e giungo sempre al traguardo. La rubrica utilizza tre forme di presentazione: l’incontro con l’autore, l’intervista breve, la recensione e la scelta della modalità è concordata con il caporedattore Antonello Perillo. Una formula vincente che contribuisce al grande successo di pubblico del TGR Campania, l’emittente regionale più seguita. Una sinergia di idee e passione alla quale Carlo de Cesare collabora anche come segretario di redazione. Ci saranno novità per Lo Scaffale, nelle prossime edizioni? Stiamo pensando di aggiungere agli incontri giornalieri un appuntamento fisso di approfondimento. – rivela Carlo De Cesare – Vogliamo una rubrica più dinamica, ricca e potremmo inserire anticipazioni letterarie e una classifica dei libri, magari qualche chiacchierata in più con personaggi del mondo dell’editoria. Un osservatorio privilegiato il suo Scaffale dal quale è possibile anche un’analisi dell’editoria campana. Quali sono i suoi principali difetti? In primo luogo non esiste una distribuzione adeguata, non c’è imprenditoria, non si rischia abbastanza e non si promuove l’oggetto libro che galleggia piuttosto che nuotare. E poi c’è troppa editoria a pagamento che, badate bene, non è un vizio napoletano ma un malcostume nazionale. Ma gli scrittori napoletani hanno qualche pregio? Lo scrittore partenopeo ha qualcosa in più, una speciale disponibilità verso gli altri, una sensibilità particolare che lo rende autore a 360°. Li maneggia con cura, i libri, Carlo de Cesare, con la consapevolezza di sondare pensieri, di esaminare idee esplosive, di imbattersi allo stesso tempo in provocazioni o intimità, preserva loro una vita di scaffale silenziosa eppure eterna.