Secondo l’Indice delle liberalizzazioni 2014, il paese più liberalizzato d’Europa è il Regno Unito, con un punteggio del 94%, seguito da Paesi Bassi, Spagna e Svezia (79%). La classifica dei paesi Secondo l’Indice delle liberalizzazioni 2014, il paese più liberalizzato d’Europa è il Regno Unito, con un punteggio del 94%, seguito da Paesi Bassi, Spagna e Svezia (79%). La classifica dei paesi più aperti alla concorrenza è chiusa dalla Grecia (58%), preceduta da Francia, Danimarca e Italia (66%). Per quel che riguarda l’Italia, dei dieci settori esaminati quello più liberalizzato sono le telecomunicazioni (86%), seguite da mercato elettrico (81%) e televisioni (75%), settore però dove il nostro paese occupa l’ultima posizione in Europa. I settori meno liberalizzati sono invece il trasporto ferroviario (48%), i carburanti (57%) e le poste (59%). L’Indice delle liberalizzazioni 2014 verrà presentato questa mattina, a partire dalle 11, presso l’Istituto Sturzo, Via delle Coppelle 35 – Roma. Interverranno Federica Guidi (Ministro dello Sviluppo Economico), Eric Gerritsen (Vicepresidente esecutivo, Sky Italia), Luca Palermo (Amministratore delegato, Nexive), Francesco Pugliese (Amministratore delegato, Conad) e Salvatore Rebecchini (Componente, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). I risultati della ricerca verranno presentati da Carlo Stagnaro (Senior Fellow, Istituto Bruno Leoni) e l’incontro sarà coordinato da Alessandra Migliaccio (Bureau Chief di Roma per Bloomberg). L’Indice delle liberalizzazioni 2014 è disponibile per l’acquisto in formato digitale, al prezzo di 0,99&euro, sui seguenti store online: Amazon (mobi), Book Republic (pdf, epub), EbooksItalia (pdf, epub), Google Play (epub), iTunes (epub). L’Indice delle liberalizzazioni misura il grado di apertura alla concorrenza in dieci settori dell’economia per quindici Stati membri dell’Unione europea. Attraverso una serie di indicatori e sottoindicatori, per ciascun settore vengono individuate le barriere alla competizione e ne viene valutato l’effetto. La metodologia dell’Indice prevede che, per ciascun settore, il paese più liberalizzato ottenga un punteggio pari a 100: questo fa sì che il risultato degli altri paesi sia interpretabile come una distanza dalla frontiera, e sia utile a capire sia l’orientamento generale a livello europeo in un dato settore, sia quali siano le ragioni normative e regolatorie per cui alcuni paesi scelgono di consentire la concorrenza e altri no. I dieci settori esaminati sono: carburanti, gas naturale, lavoro, elettricità, poste, telecomunicazioni, televisione, trasporto aereo, trasporto ferroviario e assicurazioni. I quindici paesi analizzati sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia. Oltre alla valutazione dei singoli settori, l’Indice contiene un saggio introduttivo sul rischio di involuzioni nella regolamentazione del commercio, in particolare in relazione agli orari di apertura dei negozi. Attualmente l’Italia ha pienamente deregolamentato gli orari di apertura, ma da tempo si discute su una possibile ri-regolamentazione. Tale controriforma avrebbe rilevanti conseguenze economiche ma non solo. Scrive Serena Sileoni, vicedirettore generale dell’Istituto Bruno Leoni: “L’autonomia nello scegliere quando aprire o chiudere, dopo aver valutato i comportamenti dei propri clienti, consente probabilmente una più efficace soddisfazione delle esigenze della domanda, ma, anche ove non si traducesse in una effettiva capacità degli esercenti di sfruttare al meglio l’occasione di decidere autonomamente i giorni e gli orari di apertura, resta comunque un dato incontrovertibile che il divieto di apertura è una limitazione alle scelte imprenditoriali. Dal momento che non vi sono esigenze di interesse generale o di terzi in contrasto che giustifichino tale obbligo, dietro questa piccola regola di dettaglio si nasconde la conferma o la smentita di un principio più ampio, quello della libertà di concorrenza”. I risultati dei singoli paesi nell’Indice delle liberalizzazioni sono: Regno Unito (94%), Paesi Bassi (79%), Spagna (79%), Svezia (79%), Germania (76%), Portogallo (73%), Austria (72%), Belgio (70%), Finlandia (69%), Irlanda (69%), Danimarca (66%), Francia (66%), Italia (66%), Lussemburgo (65%), Grecia (58%). I risultati dell’Italia nei singoli settori sono: distribuzione in rete dei carburanti per autotrazione (57%), mercato del gas naturale (60%), mercato del lavoro (72%), mercato elettrico (81%), poste (59%), telecomunicazioni (87%), televisione (75%), trasporto aereo (65%), trasporto ferroviario (48%), assicurazioni (60%). In termini relativi l’Italia occupa l’ultima posizione nel settore delle televisioni e la penultima in tre settori: carburanti, lavoro e poste. Le posizioni migliori riguardano i trasporti aerei (quinta) e telecomunicazioni e assicurazioni (sesta). L’Indice delle liberalizzazioni 2014 è stato realizzato da un gruppo di lavoro coordinato da Carlo Stagnaro e composto da: Fabiana Alias, Paolo Belardinelli, Simona Benedettini, Andrea Giuricin, Giacomo Reali, Massimiliano Trovato.
Articolo a cura dell’Istituto Bruno Leoni