Il Moscati, fiore all’occhiello dell’Irpinia

113

A cura di Pietro Funaro Con i risultati ottenuti in termini di bilancio dalla Sanità della Regione Campania, sembra passato il momento più buio in cui sia pazienti che addetti ai lavori A cura di Pietro Funaro Con i risultati ottenuti in termini di bilancio dalla Sanità della Regione Campania, sembra passato il momento più buio in cui sia pazienti che addetti ai lavori sono stati costretti a salti mortali per ottenere e per offrire prestazioni ospedaliere efficienti. A livello sanitario non solo Napoli, ma anche le altre province campane meritano attenzione in termini di servizi offerti e di strutture efficienti. Partiamo da Avellino e la sua provincia. Vero fiore all’occhiello di questa città è l’ospedale “San Giuseppe Moscati”. Con Decreto del Presidente della Giunta della Regione Campania n° 12257 del 22 dicembre 1994 vide la luce L’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione “San Giuseppe Moscati”. Il plesso è anche conosciuto come “Città Ospedaliera” visti i centoquarantamila metri quadrati di superficie su cui sorge. La struttura è formata da tre fabbricati: uno di cinque piani, vero e proprio plesso ospedaliero, da una palazzina che ospita la sede legale-amministrativa e da un altro fabbricato, in via di ultimazione, che andrà ad ospitare l’Attività Libero Professionale. Il “San Giuseppe Moscati” dispone di un sito internet in italiano ed in inglese sul quale è spiegata in maniera dettagliata la struttura e gli obiettivi. Alla voce “Mission” infatti si parla di “diagnosi, cura e riabilitazione nell’ambito di ricoveri ordinari (di più giorni), giornalieri (Day-Hospital e Day-surgery), visite e prestazioni diagnostiche. L’orientamento al benessere e alla qualità di vita dei pazienti, dei familiari e degli operatori sanitari costituisce impegno costante dell’Azienda. Dal punto di vista strutturale si contano 622 posti letto (533 per la degenza ordinaria, 60 per il day hospital e 29 per il day surgery).Ventuno sono inoltre le sale operatorie, due le sale parto e quattro le sale travaglio. Le camere di degenza singole o doppie, tutte con servizi autonomi e attrezzate di televisori e predisposizione per il collegamento a Internet. Non solo degenza e ricoveri ma anche polo didattico: il “San Giuseppe Moscati” ospita lezioni universitarie con aule, segreterie ed un’aula magna con duecento cinquanta posti a sedere. Circa un anno fa la notizia che rende lecito parlare del “San Giuseppe Moscati” come di un’eccellenza nazionale: secondo un’indagine dell’Expertscape, associazione californiana di Palo Alto, che si dedica a informare i pazienti sui migliori specialisti mondiali: il professor Cesare Gridelli del Moscati è il miglior oncologo al mondo, in particolare per il trattamento del tumore al polmone. Dalla classifica Gridelli risulta al primo posto, al secondo Frances Shepherd del Margareth hospital di Toronto, al terzo Mark Socinsky dell’università di Pittsburgh. Non da poco i parametri in base ai quali l’Associazione americana ha stilato la graduatoria finale: le ricerche e le pubblicazioni effettuate dai candidati negli ultimi 10 anni, assegnando punteggi in base all’importanza delle riviste scientifiche, le citazioni avute dalle pubblicazioni, le linee guida. Ovviamente ad Avellino e provincia non esiste solo il Moscati. Interessante è l’apporto offerto dal sito di informazione sanitaria Qsalute che propone recensioni sugli ospedali e strutture sanitarie. L’Ospedale civile Agostino Landolfi, situato in Via Melito Langano a Solofra, ad esempio, è dotato di centoquarantasette posti letto, costituisce un intenso supporto al Moscati di Avellino e si confronta con grandi realtà ospedaliere vicine alla Puglia ed alla Basilicata. Proseguendo, la Casa di Cura Montevergine di Mercogliano, è specializzata nella diagnosi e cura delle malattie cardioreumatiche e del respiro e nell’attività di chirurgia cardiovascolare; nel 1996 ha ottenuto l’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale per la Cardiochirurgia, specialità che si è andata ad affiancare alla già esistente cardiologia clinica ed interventistica. Ancora tra le Cliniche/ Case di cura private troviamo la “Santa Rita” ad Atripalda, Villa Maria a Mirabella Eclano, Villa Maria di Baiano, Villa dei Platani, Villa Esther e Villa dei Pini ad Avellino. Gli ospedali di Ariano Irpino, di Bisaccia e il Criscuoli di Sant’Angelodei Lombardi (struttura prevalentemente utilizzata per l’attività riabilitativa con 111 posti letto), invece, sono strutture pubbliche e fanno parte dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino. Tutto sommato una rete sanitaria che sembra in grado di rispondere alle esigenze di una vasta area dell’entroterra campano.