Sono come tu mi vuoi

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(quadro di Paolo Righi)

Una parola è morta
Quando è detta
Molti dicono. Io dico
Che inizia proprio a vivere
Quel giorno
Emily Dickinson

La realtà non è un a priori ma qualcosa che si costruisce attraverso i nostri pensieri e quindi da come vediamo le cose e le persone.
Quello che accade, spesso, è deciso anche inconsapevolmente da noi.
“In sociologia una profezia che si autodetermina è una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata espressa. Predizione ed evento sono in un rapporto circolare, secondo il quale la predizione genera l’evento e l’evento verifica la predizione.”.
È noto, infatti, come nel mercato finanziario a una convinzione diffusa dell’imminente crisi di un’azienda, gli investitori possono perdere fiducia e mettere in atto una serie di reazioni che possono causare proprio il crollo della stessa. In una contesa elettorale un candidato che dichiari di sentirsi insicuro può indurre apatia o rassegnazione nei suoi potenziali elettori, un allenatore sportivo se entra in campo con aria rassegnata probabilmente contagerà il clima e la motivazione in modo negativo.
In sostanza psicologicamente è proprio il nostro pensiero che influenza i comportamenti e fa accadere proprio quello che non vorremmo e che temiamo.
Ci sono ricerche che indicano che se nel metterci in viaggio con il cattivo tempo, temiamo che possiamo avere qualche incidente, le possibilità che questo accada davvero aumentano considerevolmente.
Non troviamo quello che c’è, ma quello che cerchiamo e quello che cerchiamo, non sempre, coincide con quello che desideriamo.
Vale, dicevo, anche nelle relazioni.
Le persone si comportano come ci si aspetta che loro si comportino.
Se trattiamo qualcuno con diffidenza o ostilità alla fine, lui ci darà buoni motivi per giustificare e considerare appropriato il nostro comportamento.
Significative sono le ricerche fatte sulla prima impressione, quando è intensa, che evidenziano come il soggetto cancelli, o faccia entrare, tutte le informazioni che sono coincidenti con la prima impressione e quando deve farle entrare per forza se sono a valenza oggettiva (è indiscutibile che conosca le lingue o che sia scapolo) a queste attribuisca un significato negativo o positivo a seconda dell’impressione.
In sostanza la prima impressione definisce le cose e questo segue il modello della profezia che si autodetermina.
In pratica la convinzione di “capire bene come sono gli altri” è diffusa e siamo circondati da quelli che io chiamo le “psicopesti”.
Questa considerazione ci deve far riflettere sui sistemi di formazione e di valutazione nelle imprese ma anche sui sistemi di controllo sociale.
Se il controllo parte dalla considerazione che l’altro va controllato perché è o stupido o bandito, l’altro avrà, alla fine, un comportamento da stupido o bandito.
Questo non è deterministico ma molto probabile e frequente.
Quindi è importante considerare i nostri pensieri ed essere consapevoli che siamo costruttori di realtà e possiamo essere titolari di progetti di benessere, perché la profezia può funzionare anche all’opposto.
Certo questo non come posizione ingenua ma certamente con una componente di innocenza che può certamente aiutare a vivere insieme e a fare cose più giuste e utili.