Treni smart che recuperano energia: il progetto MyRailS fa tappa a Pietrarsa

207

La locomotiva E464-041, in servizio da dicembre 2018 sulle linee ferroviarie piemontesi, non è una locomotiva come le altre. A bordo ospita infatti un sistema di sensori che permettono di misurare quanta energia elettrica viene dissipata dai treni cui di volta in volta si trova agganciata. Questa locomotiva è in missione per conto di MyRailS, acronimo di “Metrology for Smart Energy Management in Electric Railway Systems”. Il progetto di ricerca nato per promuovere il risparmio energetico a bordo di treni e metropolitane, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dall’Italia, attraverso l’Inrim, MyRailS può contare su un budget di 2,5 milioni di euro e sulla collaborazione tra istituti di metrologia, università, centri di ricerca e aziende del settore ferroviario. I primi risultati del progetto saranno illustrati giovedì 21 febbraio al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Napoli durante un workshop organizzato dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli, dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) e dal Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI).
Un progetto concepito per elaborare procedure e sistemi con cui valutare in maniera precisa e affidabile quanta energia viene attualmente dissipata e quanta energia si potrebbe invece recuperare e risparmiare nel settore ferroviario. Ma non solo. Riduzione delle emissioni di anidride carbonica, contabilizzazione dei reali consumi di energia, interoperabilità tra sistemi ferroviari di paesi diversi, liberalizzazione del mercato sono gli altri risultati attesi dai lavori del consorzio di sedici partner europei, ormai all’opera da diciotto mesi. La scienza delle misure o metrologia – sottolinea l’Inrim – si pone al servizio del mondo ferroviario per ridurre gli sprechi e favorire un impiego più consapevole delle risorse. Osservando, ad esempio, che, quando frena, un treno può produrre energia elettrica, oggi riassorbibile e riutilizzabile solo da un altro treno di passaggio in quello stesso momento. In mancanza di questa coincidenza, apposite resistenze, dette reostati, convertono in calore l’energia in eccesso, che viene quindi dispersa. Per evitare un tale spreco, sono state studiate le cosiddette sottostazioni reversibili, le quali, oltre a permettere al treno di assorbire l’energia necessaria al proprio funzionamento, consentono anche di restituire quella in eccesso.
Da dicembre 2018 è in servizio sulle linee ferroviarie piemontesi una locomotiva sperimentale, che ospita a bordo un sistema di sensori in grado di misurare quanta energia elettrica viene dissipata dai treni, cui di volta in volta si trova agganciata. “Le prime analisi mostrano come, sulla tratta da Bardonecchia a Torino, il treno disperda una quota pari al 60% dell’energia prodotta. Si calcola che, riciclando del tutto l’energia delle frenate, potrebbe invece recuperare l’80% dell’energia che gli è stata erogata per farlo muovere. Ulteriori dati saranno tratti prossimamente da esami simili condotti a Madrid, dove l’installazione di sottostazioni reversibili per la metropolitana permetterà di condurre indagini ante e post operam”, racconta Daniele Gallo dell’Università della Campania. Al workshop, si parlerà anche di ecodriving, ovvero del profilo di velocità che treni e metropolitane devono adottare per minimizzare la dissipazione di energia, di gestione più efficiente della tensione, di nuovi sistemi di taratura dei contatori di energia per applicazioni ferroviarie. “Oltre ad assicurare una corretta contabilizzazione, l’impiego dei medesimi strumenti di verifica e controllo dei consumi garantirà la compatibilità tra treni e reti ferroviarie appartenenti a paesi diversi e sarà un passo avanti verso l’interoperabilità del sistema ferroviario nel nostro continente”, commenta Domenico Giordano dell’Inrim, coordinatore del progetto MyRailS. Strumenti di misura precisi e affidabili rappresentano inoltre una comune salvaguardia nel nuovo mercato libero del settore ferroviario che la Comunità Europea sta incentivando, favorendo la presenza di più gestori in campo. In caso di controversie, – conclude l’Inrim – la metrologia è infatti in grado di offrire un giudizio imparziale e insindacabile, affidato a misure e algoritmi.